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Il NON Angolo & Co.


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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

MISCHIEF TO COUPLE 2 (IPHONE)

 

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Input pro:

- 20 livelli di gratis

- Un sadico nemico dell’amore apprezzerà la tematica

 

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Input prot:

- Poco brillante e tirato via

- Dura poco e da poco

 

Commento finale:

Mischief To Couple 2 è un puzzle game cinese della serie folli follie. Il plot è molto semplice: impedire che due fidanzati coronino il sogno d’amore facendo sì che litighino.

Le ambientazioni proposte vanno dal banale al banalissimo, con livelli molto semplici da risolvere ed altri leggermente più cervellotici, ma sempre con poca ispirazione. Il gioco non sa essere divertente nonostante le premesse che avrebbero potuto generare scenari molto più ispirati. Nonostante la natura gratuita del titolo il prodotto non raggiunge la sufficienza...

Anche per un tossico come me è sostanzialmente inutile ed irritante. Per gli altri potrá essere ignorato.

È talmente scopiazzato e banale che anche questa recensione è stata scopiazzata ed è breve come l’utilità e qualità inesistente del gioco.

 

 

Giudizio finale:

NO

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

MY BOYFRIEND IS A DOG (IPHONE)

 

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Input pro:

- 30 livelli di gratis

- Follia anime a go-go

- Personaggi simpatici, situazioni assurde e animazioni divertenti

- Molti puzzle ben fatti

 

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Input prot:

- Se non vi piacciono le minchiatazze non vi piacerà. Ma sarete persone tristi.

 

Commento finale:

Dopo una serie di passi falsi e prodotti/replica molto poco ispirati i clonatori cinesi tornano a proporre un gioco ben fatto, sempre nei limiti del genere ovviamente, che ad alcuni non piace e non piacerà mai. A noi, cioè il tossico qui giudicante e molti altri gattoni questo genere piace e questo gioco gli fa onore a partire dalla storia. Una ragazza con alcune doti magiche ha un cane fidanzato che appare in forma umana, o un ragazzo che in determinate situazioni si trasforma in cane.

In ogni livello qualcosa scatenerà la trasformazione ed il nostro combinerà guai, costringendo la ragazza a recuperare il fidanzato.

Situazioni allucinanti, enigmi più o meno contorti ma ad alto tasso di follia lo rendono assolutamente imperdibile per gli appassionati del genere, la parola gratis lo rende un must all-time. Alla fine dei 30 livelli ne vorreste ancora.

Promosso a pieni voti!

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

THE FIRST TREE (SWITCH)

 

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Input pro:

- Grafica carina

- Buona atmosfera e recitazione vocale

 

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Input prot:

- Gameplay molto labile

- Breve

- Prodotto adatto a pochi

- Qualitativamente ha diverse pecche

 

Commento finale:

Con The First Tree ci troviamo di fronte ad un Walking Simulator con alcuni aspetti positivi, la profondità della storia, la gradevolezza dell’aspetto grafico, la qualità del parlato e della narrazione in genere, ma anche a molti aspetti negativi che ne fanno un prodotto poco riuscito soprattutto per un utenza non anglofona. Il gioco narra due storie parallele, quella di una volpe alla ricerca dei cuccioli persi è quella di un uomo che cerca di ricostruire un rapporto con il padre, sino alla sintesi finale. Il gioco è breve, dura circa due ore, ed ha una qualità dei controlli e delle animazioni scadente, tanto da rendere difficile il superamento dei pochi punti dove è richiesta una minima abilità nel controllo dei personaggi. A fronte dell’indubbia qulità della colonna sonora c’è la limitatezza dell’esperienza ludica, che prevede l’esplorazione di ambienti naturali per scoprire degli oggetti che permettono la narrazione di alcuni episodi. Altro limite importante è la lingua, che, in un gioco del genere, diventa preponderante, essendo la narrazione ed il recitato il punto cardine dell’esperienza, una larga fetta dell’utenza sarà esclusa dal gioco a priori. Se tutto questo fosse riequilibrato da aspetti di qualità superiore si sarebbe potuto chiudere un occhio, ma così non è. Nonostante alcune qualità il gioco non può quindi essere consigliato.

 

Giudizio finale:

NO

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SORPRENDENTE! QUASI SOLO SUL NON ANGOLO TESTIMONIAMO L’INVASIONE DI POKEMON ISPIRATI ALL’AMICO LEFFA SULLO SWITCH DI ASTROMASSI! ECCO LA PROVA FOTOGRAFICA (PER TESTIMONIARE LA VERIDICITÀ DELLA STESSA LA FORNIAMO PRIVA DI EDITING, DOVRETE GIRARE LO SCHERMO DEL PC O IL TELEVISORE PER POTERLA GODERE APPIENO!)

 

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

DONUT COUNTY (IPHONE)

 

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Input pro:

- La storia ed i personaggi sono davvero carini

- La meccanica di gioco è semplice ma efficace

- In fondo è un po’ una minchiatazza

 

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Input prot:

- È breve

- È semplice

- Costa più di altri prodotti da cellulare (ma almeno vale quello che spendi)

 

Commento finale:

Con Donut County ci troviamo di fronte ad un prodotto che fa incontrare l’arcade col walking simulator. Lo scopo del gioco è riuscire a salvare alcuni personaggi improbabili finiti in fondo ad un buco, dalle parti della terra cava. Perché ci siano finiti e come lo scopriremo nei vari livelli di gioco, sino ad arrivare allo scontro finale. Ci troveremo nei vari livelli di gioco a dover guidare un “buco” con il touch screen, per assorbire qualsiasi oggetto presente al suolo, aumentando progressivamente le dimensioni del buco grazie all’effetto accrescimento regalato dall’assorbimento di risorse... sino a far cadere edifici nella terra cava. Il tutto è molto semplice ed immediato, ci saranno solo dei puzzle abbastanza semplici da risolvere in qualche livello e qualche fase più varia nei livelli finali.

La natura semplice del gioco lo rende adatto a tutti ed anche a sessioni di gioco rapide, non aspettatevi peró profondità e particolare raffinatezza del gameplay; i punti di forza del gioco risiedono infatti nella “simpatia” dei personaggi e della storia, nell’aspetto grafico riuscito, nella giusta taratura della durata del gioco che non lo fa scadere nella noia. Gli intermezzi di gioco sono poi molto divertenti e ben sceneggiati, nella loro follia “simpsoniana”.

Complessivamente il gioco si può quindi dire riuscito, non un capolavoro o un titolo imprescindibile ma un gioco che, per quello che dura, sa intrattenere e divertire.

 

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

7 YEARS FROM NOW (IPHONE)

 

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Input pro:

- Adatta il genere della Visual Novel al supporto smartphonico

- Personaggi ben tratteggiati a livello narrativo

- Graficamente basico ma efficace

- Si paga solo per i finali, ma sono praticamente acquisto obbligato (e non troppo costoso)

 

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Input prot:

- Graficamente semplice

- Deve piacerti il genere

 

Commento finale:

7 Years From Now è un prodotto particolare, una Visual Novel mascherata da Walking Simulator con una grafica 8-bit che sembra rubata ad un film sui Playmobil mescolati con i Lego. Inizialmente la leggera interattività che comporta il doversi spostare tra le varie aree per assistere alle varie scene sembra presupporre una maggiore fase ruolistica, ben presto si vedrà che è solo uno stratagemma per dare una piccola interazione ai giocatori, tanto che nella parte dei finali, che si sblocca integralmente a pagamento, questo stile viene abbandonato per concentrarsi sulla sola narrazione.

La storia, che inizia lentamente, è suddivisa in 40 capitoli brevi più, come detto, epiloghi e side stories, che fanno sostanza è discreta durata al gioco. I personaggi sono simpatici, e lentamente il gioco li costruisce al di là di una caratterizzazione grafica semplicemente banale che sottolinea pochi tratti distintivi basando l’enfasi sul narrato più che sul visuale.

La storia stessa è una complessa vicenda di viaggi nel tempo e narra il disperato tentativo di una coppia di ragazzini di cambiare il loro crudele destino cercando un modo per uscire da una tragica situazione di stallo che vede la necessaria morte di uno dei due protagonisti principali, portando avanti in parallelo le piccole storie degli altri protagonisti, molte delle quali troveranno completamento nel pacchetto aggiuntivo a pagamento.

La storia mi è piaciuta, così come i personaggi, tanto da voler premiare l’autore acquistando il pacchetto completo di espansione, che comprende anche una sorta di compendio delle musiche ed una enciclopedia dei personaggi e fatti principali narrati nel gioco: non sarà uno dei capolavori del genere (almeno non credo che lo sia, non sono un appassionato di Visual Novel) ma già il fatto di aver voluto premiare l’autore e la consapevolezza di come il gioco mi abbia “assorbito” è più che significativa. Piccola avvertenza: io ve lo consiglio caldamente, ma sappiate che se non conoscete l’inglese potete evitare di prenderlo, non sarebbe correttamente fruibile.

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

QUARANTINE CIRCULAR (SWITCH)

 

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Input pro:

- Graficamente ispirato

- Breve ma intenso, a ben vedere anche profondo nelle tematiche che vanno oltre la science fiction

 

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Input prot:

- Comunque breve

- Semplice e lineare nonostante i finali multipli

 

Commento finale:

Quarantine Circular riprende la formula di Subsurface Circular riproponendo tematiche fantascientifiche ed un mondo futuro dalle tinte in chiaroscuro. Il gioco rivisita le avventure testuali mescolandole col libro-game e con le Visual Novel, con una enfasi spostata verso la narrazione piuttosto che sull’avventura è sulla risoluzione degli enigmi. Il gioco verte nella conduzione di una serie di dialoghi, a scelte binarie o multiple, che influenzano il prosieguo del gioco è possono portare a vari finali. La trama vede il giocatore partecipare nei panni dei vari personaggi alla gestione di un prigioniero alieno col quale occorre interagire per cercare di salvare il mondo da una terribile catastrofe sanitaria, che potrebbe essere legata all’arrivo di questo essere o meno. Il gioco parlando di questa figura estranea, delle sue interazioni con i personaggi, in realtà parla di attualità, di xenofobia, di umanità e morte, di come lo straniero possa essere visto come un problema o come una opportunità. Lo straniero è l’untore o cos’altro?

Complessivamente il gioco dura circa due ore, due ore che risulteranno interessanti e piene nonostante la natura riflessiva del gioco, che ovviamente è in inglese e quindi richiede una buona conoscenza della lingua per non perdersi le sfumature del testo. Il gioco, visti i numerosi bivi narrativi, ha come detto vari finali, quindi ha un certo grado di rigiocabilità. Complessivamente ci troviamo di fronte ad un titolo riuscito, che viene proposto ad un prezzo onesto (meno di 6 euro) e che regala un buon, seppur breve, intrattenimento, quindi mi sento di consigliarlo a chi trova interesse, come me, in queste proposte dallo spiccato taglio narrativo. Gli altri potranno puntare ad altri titoli.

 

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

HIDE THE SNACKS 2 (IPHONE)

 

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Input pro:

- Altre follie per gli appassionati del genere

- Sempre gratis

- La scena finale vi farà tornare in mente Bombolo nel film del Monnezza, quando, guardiano di una casa, da da mangiare al cane gigante (un dobermann) e gli dice: “Tze Tze, mo te do da magnà... famme assaggià... mmm, bono... sai che tte dico? Mo me magno er cibo tuo e te te lo piji n’tel culo”

 

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Input prot:

- Meno ispirato di altri titoli della serie

- Troppo scontato e già visto

 

Commento finale:

Dopo un titolo interessante si torna nella mediocrità. Poco ispirato, ripetitivo, sostanzialmente debole, non rappresenta una vetta nel mondo delle michiatazze, rappresentando un gioco di serie C tra quelli di serie C.

Un poco meh. I pro e contro li conoscete e li avete visti, questo gioco va bene solo per tossicodipendenti in crisi di astinenza da minchiatazza.

 

GIUDIZIO FINALE:

NO

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

MOMONGA PINBALL ADVENTURES (SWITCH)

 

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Input pro:

- Lo stile di gioco è originale

- Piacerà a chi ama il flipper

- Prezzo accessibile

 

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Input prot:

- Lunghezza limitata anche se le “missioni” possono allungare molto il brodo

- Il controllo dello “sfera” ha dei limiti che impattano sul valore tecnico del gioco

 

Commento finale:

Chi ama i giochi di flipper non ha poi molto da giocare al di fuori delle simulazioni di tavoli “reali”. Quest’anno è apparso l’ottimo Yoku’s Island Express, ma al di là di questo non c’è molto, quindi, attirato dagli sconti e quindi da un prezzo inferiore si 5€ mi sono gettato su Momonga. Il gioco si basa su 9 livelli principali ed alcuni livelli bonus che narrano la storia di uno scoiattolo volante che deve salvare i suoi simili dai gufi cattivi. Al di là della banalità della trama ci troviamo quindi di fronte a livelli piuttosto semplici inizialmente e poi leggermente più complessi dove bisogna colpire bersagli e compiere azioni in sequenza per poter completare ogni livello. Dopo 9 livelli di arriva alla battaglia contro il boss finale che sarà leggermente più complessa. Niente che non possa però essere portato a termine in più di 2 ore di gioco. La rigiocabilità è aumentata da una serie di obiettivi (5 per livello) che, essendo piuttosto complessi, potranno allungare di molto l’esperienza.

Il gioco non sarebbe neanche malvagio ma alcuni limiti di varietà, di complessità e di tecnica (il controllo della palla-scoiattolo è grossolano) lo rendono idoneo solo ad appassionati di questo genere ed anche in questo caso con troppi limiti per essere pienamente apprezzabile. Puó divertire ma non è esperienza fondamentale.

 

GIUDIZIO FINALE:

MANEGGIARE CON CURA

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

GRIS (SWITCH)

 

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Input pro:

- Artisticamente inarrivabile

- Ottima fusione di gameplay ed animazione

- Controlli e bilanciamento ben fatti

 

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Input prot:

- Enigmi semplici

- Più affascinante che divertente

 

Commento finale:

Gris è un gioco che in alcuni frangenti lascia a bocca aperta. Artisticamente è fuori scala per i canoni usuali di un VG (tranne che in casi straordinari come il meraviglioso Gorogoa), con transizioni di colore e stile meravigliosi. Il gioco è classificabile in uno spazio ben ritagliato ed omogeneo che si situa tra il platform, il puzzle game, il film d’animazione, come se un Bruno Bozzetto che avesse incontrato Gaudì davanti a Casa Battló fosse stato dell’idea di creare un videogioco.

Il flusso del gioco e del film d’animazione procedono in parallelo, con cut scene perfettamente integrate col gioco ed un gioco che con movimenti ed immagini sa essere film. La storia è surreale ed immaginifica, una storia di colori da recuperare per ricostruire un mondo che crolla, una storia di crollo e rinascita astratta. Dal punto di vista prettamente ludico abbiamo controlli ben fatti, enigmi e puzzle di moderata difficoltà, un ritmo misurato e ovattato che conduce il giocatore nel viaggio senza accelerazioni a mozzafiato ma con solidità, su di un bordo sottile sospeso tra meraviglia e intensità col rischio di sfiorare però la noia.

Se quindi siamo di fronte ad un opera d’arte molto bella non siamo di fronte ad un capolavoro ma solo ad un bel gioco, perché nell’insieme c’è un qualcosa di già visto, un ritmo che a volte rallenta troppo, una lunghezza corretta perché altrimenti il rischio scivolamento nella noia sarebbe stato reale.

Titolo sicuramente consigliabile ma con qualche limite.

 

 

GIUDIZIO FINALE:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

POKEMON LET’S GO PIKACHU (SWITCH)

 

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Input pro:

- Graficamente riuscito

- Lunghezza adeguata

- Le modifiche al gameplay funzionano

 

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Input prot:

- È una riedizione, quindi manca l’effetto novità

- Sistema di gioco semplice

- La pokeball è carina ma sostanzialmente inutile

 

Commento finale:

Pokemon Let’s Go è un titolo che ha diviso i fan sin dai primi momenti. Il sospetto che le contaminazioni dalla versione mobile del gioco avessero snaturato il gioco rendendolo troppo casual è stato a lungo un timore condiviso da molti. Per sgomberare il campo da equivoci possiamo dire che non è così, la cattura dei Pokemon benché legata alla meccanica del lancio è divertente e funziona, e puó essere effettuata sia con la pokeball (con un movimento della mano) che con i tasti ed i comandi della console. Il gioco, a distanza di anni, rimane sempre valido, la rinnovata grafica lo rende attuale e sebbene l’avessi completato molti anni fa non ho avuto sensazioni negative o punti in cui i ricordi del gioco limitassero il divertimento dell’avventura. La sostituzione del parco Safari con l’area di scambio GO PARK è una caratteristica interessante per chi abbia giocato Pokemon Go (non è il mio caso).

Personalmente ho iniziato il gioco utilizzando la Pokeball, poi l’ho mollata trovando più comodo non avere altri oggetti nelle mani che non fossero la console, sostanzialmente l’ho trovata più oggetto da collezionismo che reale upgrade o vantaggio nel gioco, una volta esaurito l’effetto novità delle catture con lancio manuale può tornarsene a cuccia.

La lunghezza del gioco è assolutamente adeguata, ho terminato il gioco base in 26 ore, e adesso si presenta una corposa serie di nuove sfide aggiuntive da affrontare oltre al completamento del pokedex da affrontare.

Inoltre, lo ribadisco, il gioco resta sempre molto divertente ed offre una sfida capace di rinnovarsi sebbene resti sempre simile come approccio grazie all’effetto novità dei nuovi Pokemon che si incontrano via via; il backtracking non è pesante o sgradevole e la possibilità di raggiungere rapidamente le città visitate grazie alle tecniche acquisite da Pikachu molto apprezzata.

Il giudizio finale non può che essere quindi molto positivo, Pokemon resta godibile a tutti i livelli e da pubblici molto diversi, una dote che pochi giochi possono condividere con questa serie, un gioco “pop” per eccellenza.

 

GIUDIZIO FINALE:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

GNOG (IPHONE)

 

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Input pro:

- Graficamente brillante per originalità e stile

- Breve ma intenso

- Originale come una vera e propria scatola magica

 

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Input prot:

- Qualche scatola in più sarebbe stata cosa buona e giusta

 

Commento finale:

Gnog è un gioco sorprendente. Una di quelle gemme nascoste che si annidano tra gli scaffali degli store e che passerebbero sotto traccia se per caso non ci sbattessi il naso.

Gnog è una scatola magica piena di scatole magiche piene di enigmi surreali in ambienti surreali e stranamente diversi, alieni al comune sentire. Gnog è un gioco di enigmi moderatamente complessi ma arguti e piacevoli da scoprire, come se davanti al giocatore fossero messe una serie di scatole magiche piene di cose apparentemente alla rinfusa ma con un filo logico sottile e continuo, che porta il giocatore a scoprire con piacere come aprire la scatola. È un gioco onesto, perché contiene tutti gli indizi per procedere, un gioco visivamente appagante nella sua acidità cromatica.

Gnog è un titolo di Double Fine Presents, quindi legato alla volontà del noto scrittore di avventure grafiche Tim Shaefer di alimentare il mercato con prodotti indie di qualità, e questa, Signori, è qualità.

Scoprire quale bottone pressare e come, scoprire perché il nostro palombaro deve immergersi e perché lascia sempre un senso di piccolo stupore.

L’interfaccia, puramente touch, funziona quasi sempre tranne che in un piccolo frangente su di un livello dove tenderà a confondere il giocatore, ma le due ore circa che passeremo con questo gioco saranno ben spese: spero che anche voi possiate riconoscere le piccole genialità di questo piccolo grande gioco.

 

GIUDIZIO FINALE:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

HOMO MACHINA (IPHONE)

 

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Input pro:

- Graficamente curato e di elevata qualità

- Ben curato anche in aspetti secondari

 

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Input prot:

- Breve

- Gli enigmi sono troppo basici per rappresentare una sfida

- In generale non riesce ad essere ne un buon gioco ne una buona opera divulgativa

 

Commento finale:

Homo Machina è un gioco deludente. Dietro ad un lavoro grafico di alta qualità e ad una struttura ben studiata c’è un vuoto, un’assenza. Non basta infiocchettare una buona idea con quattro livelli di gioco ed una pseudo storia per ottenere qualcosa che sia poco più di una demo di qualità. Va bene l’idea, va bene tutto, i comandi touch funzionali, gli ammiccamenti è tutto quanto.

Sarà elegante descrivere il funzionamento del corpo umano come se si trattasse di una macchina (cosa che facevano i testi scolastici già nel secolo breve), sarà bello vedere dei livelli così ben disegnati, ma tutto finisce qui, senza nemmeno avere un plus educational visto che le descrizioni del funzionamento degli organi sono troppo lontani dal funzionamento reale degli organi per trasmettere un’informazione che non sia grossolana.

Questo gioco avrebbe avuto un senso se fosse stato sviluppato molto di più e non fosse rimasto a livello quattro schemi e via, così è una curiosità per cui non vale la pena spendere soldi.

 

GIUDIZIO FINALE:

NO

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