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Il NON Angolo & Co.


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Miglior contributo in questa discussione

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Immagini Pubblicate

@AstroMaSSi

 

Alla fine prima di Natale ho preso The Last Door - Complete Edition su PS4 in sconto.

Ho visto che la gente lo platinava con facilità e quindi mi son detto "avranno sicuramente fixato i bugs!", ma vattene, come non detto. :asd:

Tra l'altro ne ho trovato uno anche nella prima stagione, che se non guardi la soluzione ti preclude il prosieguo del gioco.

[spoiler=SPOILER SUL GIOCO]Il bug si può attivare quando nel secondo episodio della stagione 1 cerchi di prendere l'attrezzo dalla borsa del tuttofare prima di avergli parlato. In pratica devi prima esaminare la borsa: ti dice che c'è l'oggetto che ti serve, ma prima di usare la borsa devi parlare prima con l'uomo attivando la riga di dialogo sulla città per distrarlo.

E se invece usi prima la borsa, poi quando parli con l'uomo quella riga di dialogo non appare più. :|

 

In pratica ti frega perchè già sai quello che devi fare, ma se lo fai subito il gioco si bugga.

Immagino che quel bug che ti era capitato nella seconda stagione sia simile vero?

Comunque tolte queste "piccole" magagne (mannaggia!), l'AG ha belli enigmi e una bella storia. Mi piacciono molto le atmosfere Edgar Allan Poe-iane e Hitchcock-iane.

 

Ora sto verso la fine del primo episodio della seconda stagione.

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@AstroMaSSi

 

Alla fine prima di Natale ho preso The Last Door - Complete Edition su PS4 in sconto.

Ho visto che la gente lo platinava con facilità e quindi mi son detto "avranno sicuramente fixato i bugs!", ma vattene, come non detto. :asd:

Tra l'altro ne ho trovato uno anche nella prima stagione, che se non guardi la soluzione ti preclude il prosieguo del gioco.

[spoiler=SPOILER SUL GIOCO]Il bug si può attivare quando nel secondo episodio della stagione 1 cerchi di prendere l'attrezzo dalla borsa del tuttofare prima di avergli parlato. In pratica devi prima esaminare la borsa: ti dice che c'è l'oggetto che ti serve, ma prima di usare la borsa devi parlare prima con l'uomo attivando la riga di dialogo sulla città per distrarlo.

E se invece usi prima la borsa, poi quando parli con l'uomo quella riga di dialogo non appare più. :|

 

In pratica ti frega perchè già sai quello che devi fare, ma se lo fai subito il gioco si bugga.

Immagino che quel bug che ti era capitato nella seconda stagione sia simile vero?

Comunque tolte queste "piccole" magagne (mannaggia!), l'AG ha belli enigmi e una bella storia. Mi piacciono molto le atmosfere Edgar Allan Poe-iane e Hitchcock-iane.

 

Ora sto verso la fine del primo episodio della seconda stagione.

Probabilmente sì, in alcuni casi però non capisci cosa scateni il bug ed è tutto un provare e riprovare a fare le cose in sequenze diverse incrociando le dita... folle...

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Probabilmente sì, in alcuni casi però non capisci cosa scateni il bug ed è tutto un provare e riprovare a fare le cose in sequenze diverse incrociando le dita... folle...

Già, per colpa di questi bug mi sta costringendo per la seconda stagione a guardare la soluzione più di quello che vorrei.

Del tipo: "fammi vedere se ho fatto/sto facendo bene per non incappare o essere incappato a mia insaputa in un bug?":facepalm:

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  • 4 settimane dopo...

LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: 198X (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Il tributo agli arcade è gradito
  • Idea abbastanza originale

 

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Input prot:

  • Finisce rapidamente
  • L’idea non è sviluppata
  • Troppo facile
  • Costa troppo per i contenuti che fornisce

Commento finale:

Se questo titolo fosse una demo sarebbe interessante. Proporre una storia di crescita inserendo degli arcade ispirati ai grandi classici dell’epoca d’oro delle sale giochi resta un idea interessante. Il gioco infatti propone dei “cloni” di Outrun, Final Fight, R-Type, Ninja Gaiden, Dungeon Master (in maniera piuttosto semplificata) nei quali occorre superare qualche livello per far avanzare la storia. Purtroppo lo fa in maniera grossolana, con livelli non sfidanti ed inseriti in modo gratuito nel gioco. In poco tempo (più o meno due ore) arriverete alla fine, senza la possibilità di approfondire i singoli giochi, senza aver provato una qualche variabile di gioco minimamente originale, senza il desiderio di un nuovo capitolo della storia come il gioco pare promettere. Un’esperienza vuota ed inutile, un gioco che non eccelle se non in mediocrità. Se vi interessano gli arcade prendete un emulatore e vi divertirete molto di più, qui siamo dalle parti del fallimento.

 

Giudizio finale:

NO

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: 198X (SWITCH)

 

 

[ATTACH type=full]1218[/ATTACH]

 

Input pro:

  • Il tributo agli arcade è gradito
  • Idea abbastanza originale

[ATTACH type=full]1219[/ATTACH]

 

Input prot:

  • Finisce rapidamente
  • L’idea non è sviluppata
  • Troppo facile
  • Costa troppo per i contenuti che fornisce

Commento finale:

Se questo titolo fosse una demo sarebbe interessante. Proporre una storia di crescita inserendo degli arcade ispirati ai grandi classici dell’epoca d’oro delle sale giochi resta un idea interessante. Il gioco infatti propone dei “cloni” di Outrun, Final Fight, R-Type, Ninja Gaiden, Dungeon Master (in maniera piuttosto semplificata) nei quali occorre superare qualche livello per far avanzare la storia. Purtroppo lo fa in maniera grossolana, con livelli non sfidanti ed inseriti in modo gratuito nel gioco. In poco tempo (più o meno due ore) arriverete alla fine, senza la possibilità di approfondire i singoli giochi, senza aver provato una qualche variabile di gioco minimamente originale, senza il desiderio di un nuovo capitolo della storia come il gioco pare promettere. Un’esperienza vuota ed inutile, un gioco che non eccelle se non in mediocrità. Se vi interessano gli arcade prendete un emulatore e vi divertirete molto di più, qui siamo dalle parti del fallimento.

 

Giudizio finale:

NO

 

Peccato. Sulla carta era partito bene, però è deflagrato subito per le cose che hai menzionato.

Ho letto che ci saranno altri episodi, o almeno un altro, ma con un inizio così si sono presentati con un brutto biglietto da visita.

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: ULTIMATE RACING 2D (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Trasuda vintage come un tennista al sole vestito Lacoste bianco con Rolex Daytona al polso senza cocaina in tasca
  • È ricco di contenuti e variabili
  • Ti da quel feeling che solo i migliori esponenti del genere posseggono

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Input prot:

  • Mio cuggino mi ha detto che non ha il graficone 3D quindi è cacca.

Commento finale:

Passo giorni e giorni a spolpare la modalità eventi, completare le modalità in singolo, prendere stelle, imparare i percorsi, stupirmi di ritrovare tutte le piste più mitiche dei campionati (Monza, Spa, Le Mans sino a quelle contemporanee), corro con moto, kart, F1, Nascar, trattori, auto degli anni ‘50, con pioggia e sole, con drifting e senza, con pneumatici che si consumano oppure no, godo come un porco a ritrovare, finalmente, un arcade di guida 2D che funzioni e non sia rotto in qualche elemento. Poi leggo il metacritic per curiosità. E mi incazzo. Leggo le recensioni che l’hanno generato. E mi incazzo. Perché sono lo specchio di una generazione di mitomani con la cultura videoludica di un fenicottero di plastica marchiato Ferragnez. Confondono la filosofia arcade con la simulazione, il gameplay con una serie di mosse scriptate, il gioco con un film dove fai avanzare le scene premendo un pulsante e mettendo in pausa per andare a defecare. Perché, credetemi, Ultimate Racing 2D è davvero bello e divertente, soprattutto se avete amato il genere in oggetto ai tempi delle sale giochi. Ultimate Racing 2D infatti è ricco di sfide e di circuiti, di campionati da conquistare e mezzi da acquistare, nel limite di quello che vuole essere ed è. Un gioco dall’anima arcade ma con tante personalizzazioni. Potete scegliere il livello di stronzaggine degli avversari, incrementando o diminuendo il livello di difficoltà, utilizzare mezzi più o meno competitivi, avere la possibilità di utilizzare un booster o meno, che piova in gara o no (costringendovi all’entrata nel box), attivare il consumo gomme e scegliere che gomme usare, selezionare il numero di giri... insomma, ci sono davvero molte opzioni. Nella modalità eventi incrementando il livello di difficoltà si guadagneranno più stelle se raggiungeremo il target del campionato (in genere un determinato posto nella classifica finale). Inoltre si potrà stabilire la griglia di partenza effettuando le prove, oppure scegliere di partire ultimi. I comandi sono semplici, sterzo e pulsanti per accelerare e frenare, il modello di guida dipenderà dal mezzo, dalla categoria, dall’usura delle gomme e dallo stato della pista (asciutta o bagnata), con un ventaglio che va dai binari alla saponetta mescolata all’olio.

Che gioco è in definitiva? Un grande arcade di guida, con efficaci elementi pseudosimulativi che arricchiscono il gioco. E soprattutto è un gioco che non cancellerò mai dalla memoria della mia console perché di arcade retro così non se ne trovano tanti.

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: POKEMON SCUDO (SWITCH)

 

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Input pro:

  • È Pokemon, anche dopo tanti anni il meccanismo funziona
  • I giocatori competitivi e completisti avranno molto da giocare

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Input prot:

  • Non c’è una reale evoluzione nella formula di gioco, è tutto già visto, un more of the same
  • La storia è risibile, ho preferito il remake dello scorso anno!

Commento finale:

Altro giro altra console, altri Pokemon da acchiappare. Il passaggio su Switch da a Game Freak la potenza di cui necessitano per portare Pokemon in un vero mondo 3D, ma questa possibilità non viene realmente sfruttata se non con qualche miglioria estetica di poco impatto. La cosa che più colpisce è come il gioco non evolva verso una maggiore complessità, verso una maturità che continua a non avere, anzi, sotto certi punti di vista i primi titoli erano più avanti, il che è tutto detto. I meccanismi sono sempre gli stessi, si avanza nei vari territori per catturare nuovi mostri e potenziare il proprio team, per poter sfidare i capi palestra e giungere alla fine del gioco. Si catturano Pokemon, si fanno evolvere, si completa il pokedex. Le aree Safari sono sostituite da aree selvatiche dove catturare tanti mostriciattoli, con qualche piccola novità come la modalità Dynamax (vi è la possibilità in determinati momenti e luoghi di far ingrandire i Pokemon sboccando mosse speciali), la raccolta di punti energetici etc, niente che però possa davvero cambiare la sostanza del gioco, che rimane sempre

uguale a se stessa. Catturare i Pokemon resta sempre divertente per un po’ di tempo, poi la noia prende il sopravvento e cerchi di finire il gioco visto che non c’è un vero motivo per girovagare se non la compulsione per il completamento del bestiario. In sostanza questo titolo piacerà ai fan della serie, ma dal punto di vista di un non fan ha troppi limiti per poter essere serenamente consigliato.

 

 

Giudizio finale:

MANEGGIARE CON CURA

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Io non sono un die-hard fan, non ho giocato tutti i capitoli della saga main (ma molti si), e devo dire che, pur sapendo che la trama in pokémon non è che sia la parte centrale, ss ha la peggior trama che io ricordi, e soprattutto il peggior amico/avversario che io ricordi.

Aggiungo ai tuoi difetti, pur da hater convinto degli open world, che Galar avrebbe dovuto essere la regione più vasta della storia della saga ed è grande quanto la casa del primo resident evil. La quest post-game inoltre è irritante.

Per il resto concordo con te, è pur sempre pokémon, e un pokémon appena sufficiente, con qualche grave mancanza, è comunque superiore, ovviamente a mio parere, a titoli che vengono considerati ben più blasonati. Posso dire che SS è il peggior titolo della serie, primo lo era black/white. Sono soddisfatto, ma nel prossimo mi aspetto un cambio di marcia.

Let's go invece secondo me è stato criticato troppo ingiustamente: fa alla grandissima il proprio dovere.

Infatti ho preferito, e di gran lunga, Let’s Go.

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: VA-11 HALL-A (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Storia intrigante con personaggi ben sviluppati
  • Atmosfera Cyberpunk ben miscelata con il gioco
  • Buona durata e interesse alto sino alla fine

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Input prot:

  • Di base è una Visual novel quindi potrebbe non piacere a tutti
  • L’estetica 16-bit è ben fatta e stiloso, ma anche qui esclude una fetta di pubblico
  • L’eredità di Red String Club è evidente ma non raggiunge il suo livello di assoluta grandezza

Commento finale:

The Red String Club non è passato senza lasciar traccia. Il capolavoro assoluto di Deconstructeam lascia delle scorie in rete, tematiche cyberpunk, estetica, androidi, questioni morali, bar malfamati. Tanti anni dopo l’esplosione di P.Dick, Blade Runner, Neuromante, indimenticati capolavori estetici e concettuali. Da questo rumore nasce una visual novel ibridata con un simulatore di cocktail bar, che fonda la sua solidità su una storia ricca di personaggi ben sviluppato e carismatici, nonostante qualche eccesso che sfocia nell parodia, dove la funzione del servire cocktail è quella di far avanzare la storia e di sbloccare parti della storia altrimenti inaccessibili con una giusta interpretazione delle richieste dei clienti, che in alcuni casi richiedono spirito di osservazione e acume per scegliere il giusto cocktail da servire. Ne viene fuori una storia intrigante e piacevole, che richiede una buona conoscenza dell’inglese per essere pienamente apprezzata, ricca anche di tematiche adulte (pornografia, rapporti omosessuali, prostituzione), affrontate con naturalezza e senza volgarità eccessive.

È un titolo che ho apprezzato, che mi ha divertito ed intrigato, senza dover gridare al capolavoro, che non è, ma che ha basi solide e ben sviluppate. Non è un titolo adatto a tutti, richiede attitudine a titoli riflessivi (non è comunque pesante), alle Visual novel. Ma se questo è un genere che apprezzate, e conoscete l’inglese (altrimenti lasciate perdere) può essere una buona scelta.

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: RED BOW (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Inquietante
  • Non annoia
  • Enigmi ben strutturati

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Input prot:

  • Troppo breve
  • Alcune ingenuità nella struttura
  • Graficamente e stilisticamente molto negli standard del genere

Commento finale:

Ratalaika Games è un piccolo publisher che propone indie games piuttosto semplici su varie piattaforme, tra cui Nintendo Switch. I giochi sono semplici, piccoli platform, alcune avventure horror, con un prezzo generalmente basso. Red Bow fa parte della famiglia delle avventure horror, con uno stile e stilemi di base molto nipponici sebbene la SH sia Australiana. Chi avesse giocato My Big Sister ritroverà in questo titolo molti aspetti ed atmosfere già visti ma in una struttura piuttosto compatta e breve. Si parla di un gioco che dura circa due ore. Il gioco è una piccola avventura grafica, dove si comanda una ragazzina che si sveglia nella notte e precipita in una serie di incubi, tre per la precisione, da cui dovrà fuggire per tornare alla realtà. Le tre storie sono legate a morti drammatiche, e la bimba dovrà aiutare le anime perse a liberarsi dal peso delle proprie azioni passate, ed il modo in cui la bimba risolverà gli enigmi potrà dare luogo a vari finali, di cui uno solo “giusto”. Il gioco è discreto è tutto sommato piacevole, ma troppo abbozzato e breve per essere davvero riuscito. Considerando il costo gli si può dare una chance, consapevoli di essere di fronte ad una prova immatura e complessivamente inferiore a My Big Sister.

 

Giudizio finale:

MANEGGIARE CON CURA

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: BLASPHEMOUS (SWITCH)

 

 

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Input pro:

  • Atmosfera
  • Combattimenti con boss tenaci
  • Quest secondarie e segreti accattivanti ben strutturati

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Input prot:

  • Difficoltà generale, morirete spesso (ma per alcuni questo è un pregio)
  • Mappa da rivedere. Mancano zoom e segnalini

 

Commento finale:

Blasphemous è uno dei tanti metroidvania, ma aggiunge alla collaudata formula la difficoltà con i nemici (soprattutto i boss) tipica dei Souls Like. Come era già successo anni prima con il titolo analogo Salt and Sanctuary.

La storia ci vede impersonare un cavaliere che dovrà scoprire durante varie battaglie e quest secondarie cosa si cela dietro gli attacchi di esseri soprannaturali che si muovono spinti da una fede distorta che si rifà a quella cristiana, ed anche lui scoprirà il suo vero ruolo alla fine del suo viaggio. D'altronde il suo nome: il Penitente, e la sua spada: Mea Culpa, già fanno intendere più o meno cosa ci troveremo di fronte.

Come detto l’ossatura del titolo è quella dei Metroidvania e dei Dark Souls uniti insieme, dove per quanto riguarda la prima avremo la classica mappa da esplorare liberamente con il classico backtracking; e per la seconda dei nemici normali che possono creare qualche problema e dei boss che sono vere e proprie sfide, anche nello smadonnamento. Almeno fino a quando non si imparano i loro attacchi a memoria.

Il tutto si muove con belle animazioni e una fluidità generali fatte bene. Le musiche molto evocative, ti fanno vivere tutta la tristezza e la desolazione degli scenari che andremo ad esplorare.

Di magagne vere e proprie non ne ho trovate, anche se avrei aggiunto la possibilità di inserire dei segnalini sulla mappa per ricordarsi dei tanti oggetti che vi si trovano, e che non puoi prendere subito perché ti manca il potenziamento adatto.

Il gioco lo consiglio, però solo a chi è consapevole di dover morire parecchie volte prima di vedere l’agognata scena finale.

A proposito del finale: ce ne sono due, e se si vuol vedere quello segreto che è quello più completo, si dovranno superare delle sfide incentrate su combattimenti contro i nemici normali incontrati nella quest del gioco. Questo pretesto può fungere per allungare la durata del gioco, che si attesta tra le 20 / 25 ore, sapendo già tutto quello che si deve fare. Ad alcuni questo metodo potrebbe non piacere. Amen, se non avete voglia guardatevi il finale che vi manca in rete, come ho fatto io.

 

 

Giudizio finale:

SI

Modificato da Striderblade
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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: BLASPHEMOUS (SWITCH)

 

 

H2x1_NSwitchDS_Blasphemous_image1600w.jpg

 

 

Input pro:

  • Atmosfera
  • Combattimenti con boss tenaci
  • Quest secondarie e segreti accattivanti ben strutturati

NSwitchDS_Blasphemous_05.jpg

 

 

Input prot:

  • Difficoltà generale, morirete spesso (ma per alcuni questo è un pregio)
  • Mappa da rivedere. Mancano zoom e segnalini

Commento finale:

Blasphemous è uno dei tanti metroidvania, ma aggiunge alla collaudata formula la difficoltà con nemici (soprattutto i boss) tipica dei Souls Like. Come era già successo anni prima con il titolo analogo Salt and Sanctuary.

La storia ci vede impersonare un cavaliere che dovrà scoprire durante varie battaglie e quest secondarie cosa si cela dietro gli attacchi di esseri soprannaturali che si muovono spinti da una fede distorta che si rifà a quella cristiana, ed anche lui scoprirà il suo vero ruolo alla fine del suo viaggio. D'altronde il suo nome: il Penitente, e la sua spada: Mea Culpa, già fanno intendere più o meno cosa ci troveremo di fronte.

Come detto l’ossatura del titolo è quella dei Metroidvania e dei Dark Souls uniti insieme, dove per quanto riguarda la prima avremo la classica mappa da esplorare liberamente con il classico backtracking; e per la seconda dei nemici normali che possono creare qualche problema e dei boss che sono vere e proprie sfide, anche nello smadonnamento. Almeno fino a quando non si imparano i loro attacchi a memoria.

Il tutto si muove con belle animazioni e una fluidità generali fatte bene. Le musiche molto evocative, ti fanno vivere tutta la tristezza e desolazione degli scenari che andremo ad esplorare.

Di magagne vere e proprie non ne ho trovate, anche se avrei aggiunto la possibilità di inserire dei segnalini sulla mappa per ricordarsi dei tanti oggetti che vi si trovano, e che non puoi prendere subito perché ti manca il potenziamento adatto.

Il gioco lo consiglio, però solo a chi è consapevole di dover morire parecchie volte prima di vedere l’agognata scena finale.

A proposito del finale: ce ne sono due, e se si vuol vedere quello segreto, che è quello più completo, si dovranno superare delle sfide incentrate su combattimenti contro i nemici normali incontrati nella quest del gioco. Questo pretesto può fungere per allungare la durata del gioco, che si attesta tra le 20 / 25 ore, sapendo già tutto quello che si deve fare. Ad alcuni questo metodo potrebbe non piacere. Amen, se non avete voglia guardatevi il finale che vi manca in rete, come ho fatto io.

 

 

Giudizio finale:

SI

Grande!

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: MARIO KART TOUR (IPHONE)

 

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Input pro:

  • Sempre divertente nonostante le semplificazioni
  • Giocabile anche senza spendere un euro
  • In arrivo il multiplayer!
  • Ogni 15 giorni ci sono novità in termini di piste e personaggi, con piste originali.

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Input prot:

  • Per essere competitivi occorre avere l’abbonamento Gold
  • Alcuni potrebbero non gradire la semplificazione dei comandi necessaria per poterlo giocare su una piattaforma mobile

Commento finale:

Portare Mario Kart su cellulare senza fare danni non è un’operazione banale. Ma Nintendo ci riesce senza concedere troppo alla natura casual di queste piattaforme.

Il gioco prevede un modello di gioco basato sulle stagioni, che si rinnovano ogni due settimane. In ogni stagione ci sono particolari piste a disposizione, in parte riciclate dai giochi main della serie ed in piccola parte originali (abbiamo avuto per esempio New York, Londra, Parigi), che si presentano in mini trofei da 4 competizioni cadauna, di cui tre piste ed una sfida speciale (planare per più metri possibile, schiacciare dei mini piloti, raccogliere miriadi di cubi e tanto altro). Ogni gara permette di raccogliere monete e punti esperienza, con i quali acquistare potenziamenti e livelli per i propri personaggi. Il gioco infatti prevede la possibilità di selezionare un pilota, un kart ed un’ala per planare, che sono caratterizzati da un livello di esperienza e da un punteggio. Al crescere di questi valori e livelli si potranno ottenere punteggi maggiori e conquistare le stelle disponibili per ogni pista, stelle che sbloccano dei premi, ovvero biglietti utili per aumentare il livello dei mezzi od altri piloti e mezzi. Questo è un aspetto fondamentale del gioco, dato che senza piloti di alto livello non si possono raggiungere punteggi alti e quindi primeggiare nei tornei a punti online, due per ogni stagione, con durata settimanale. Vincere questi tornei porta in premio monete, gemme, ed altro. Le gemme possono essere utilizzate per accedere a delle lotterie che consentono di vincere piloti, mezzi etc, quindi sono anch’esse particolarmente importanti per potenziare i personaggi.

In sostanza appare evidente che un forte focus del gioco è sulla crescita dei personaggi, fondamentale per poter essere competitivi online, conseguentemente la componente “pay to win” non è indifferente, quantomeno per quanto riguarda l’abbonamento mensile “Gold”, al costo di 5,49€, senza il quale non si possono riscattare alcuni premi che consentono di acquisire nuove risorse e far crescere di livello i propri personaggi. Questo è un aspetto importante da tenere in considerazione, nonostante il gioco resti godibilissimo anche senza abbonamento.

A livello di gameplay il gioco permette di controllare il kart con un singolo dito, utilizzando se si vuole la derapata (necessaria per ottenere le accelerazioni e sviluppare combo), e di attivare le armi (gusci, inchiostro ed il classico armamentario della serie) con un colpo secco delle dita. La possibilità di raccogliere armi è influenzata dal personaggio e dalla pista, infatti ogni pista è più o meno gradita dai vari piloti, solo alcuni di essi possono disporre di 3 armi quando si raccoglie un cubo speciale e quindi avere la possibilità di attivare la modalità “frenesia”, caratterizzata dall’invulnerabilità e dall possibilità di usare a ripetizione l’arma che caratterizza lo stato di frenesia (se vi capiterà un tris di pallottolo Bill... gli avversari se ne accorgeranno).

Complessivamente ci troviamo quindi di fronte ad un titolo riuscitissimo e divertente, che riesce a portare su smartphone tutte le buone qualità della serie; di contro c’è la questione del loot e del pay to win, e qui si potrebbero aprire discussioni eterne. Comunque ogni giocatore potrà decidere se valga o meno la pena abbonarsi.

 

Giudizio finale:

SI

Modificato da AstroMaSSi
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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: KOTODAMA: THE 7 MYSTERIES OF FUJISAWA (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Storia intrigante e malata
  • Atmosfera e personaggi a volte estremi ma interessanti
  • Divertenti le sessioni puzzle con profusione di biancheria intima
  • Buona durata e interesse alto sino alla fine

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Input prot:

  • È fondamentalmente una Visual novel (anche se ha molto carattere) quindi potrebbe non piacere a tutti

Commento finale:

Kotodama: The 7 Mysteries Of Fujisawa è un titolo che ho preso spinto principalmente dal basso prezzo e poche aspettative, visto che le recensioni che avevo letto lo dipingevano come titolo piuttosto mediocre.

Errore severo. Il gioco, una sorta di Visual Novel a bivi, è invece molto interessante sotto vari punti di vista: si narra di un giovane che entra in un nuovo collegio e che viene assistito/protetto/consigliato da un demone nelle mentite spoglie di una specie di gatto, visibile solo a lui. Inizialmente la storia sembra giocosa e bizzarra, presto il tutto prenderà delle venature sempre più inquietanti e malate, immergendoci in un gorgo apparentemente senza uscita. Peculiare è anche l’utilizzo dei puzzle alla “Columns”, dove dovremo realizzare combinazioni e combo per spogliare i vari personaggi e rompere il loro equilibrio per strappargli le confessioni. Incontreremo un altro demone misterioso nel gioco, demone che, per motivi ignoti, ci porterà a dover ripartire più volte dall’inizio del gioco per scoprire altre vie e misteri, sino ad un finale in parte inatteso. I bivi sono legati alle risposte dei personaggi, alle scelte fatte, e ad alcune azioni che se non fatte impediranno di sbloccare delle scene.

Complessivamente quindi il mio giudizio non può che essere positivo, mi sono divertito a giocarlo, sia nelle fasi puzzle che nel rincorrere la storia, con unico punto negativo la necessità di ripetere troppe volte alcune scene prima di poterlo completare con la scoperta del vero finale. Se vi piace il genere buttateci un occhio!

 

Giudizio finale:

SI

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  • 2 settimane dopo...

LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: THE TOURYST SWITCH)

 

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Input pro:

  • Graficamente molto carino
  • Varietà e ricchezza di idee
  • Lunghezza adeguata, prezzo giusto

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Input prot:

  • Segnalo una certa semplicità di base, mentre in qualche frangente platform la difficoltà ad essere precisi per una telecamera ed una impostazione isometrica che rendono arduo calcolare dove finisce un salto creando frustrazione. Anche qualche enigma ambientale potrà risultare arduo.

Commento finale:

Ancora una volta Shin’en è capace di sorprendere. Con un team e risorse limitate tira fuori un progetto ed un prodotto che, senza dover assurgere al capolavoro, riesce a centrare gli obiettivi: è vario, giocabile, graficamente ben fatto e solido, divertente. Il gioco è una sorta di action adventure con grafica isometrica, che a partire dall’aspetto sino al Gameplay ed al “gusto” generale sa essere moderno ma vintage, facendo ritornare la mente ai magici tempi dell’Amiga 500 ed in generale ad un’epoca dove si aveva la possibilità di sperimentare e creare qualcosa di originale.

Il gioco, partendo da una base esplorativa ed avventurosa, dove occorre interagire con gli elementi ambientali per sbloccare livelli e accumulare nuovi oggetti, inserisce fasi platform e arcade in maniera ben strutturata. C’è una sala giochi dove poter attivare tre cabinati ispirati a giochi del passato più o meno recente, che dovremo “domare” per ottenere un premio, una missione che fa il verso ad uno dei giochi di California Games e tante altre piccole cose che non si possono ignorare nel valutare il gioco. Gli enigmi in generale sono abbordabili, le fasi platform gradevoli (a parte 1/2 livelli alla fine del gioco dove la telecamera e la visione isometrica rendono arduo il completamento del livello stesso).

Per il resto si viaggerà tra piccole isole grazie ad un marinaio scafista, si correrà, salterà, si risolveranno enigmi (alcuni anche difficili da decodificare), scopriranno segreti... una discreta figata.

Complessivamente il titolo è consigliabile perché bello e godibile, originale e ben fatto. Non un capolavoro ma... avercene di giochi così, boccate d’aria.

 

Giudizio finale:

SI

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Avendolo finito qualche giorno fa mi sono detto "vediamo se @AstroMaSSi l'ha.... ok, c'è"

Condivido tutto specialmente e mi piace molto la frase che siassume il tutto in "in una sera d'estate sarà il vostro romanzo interattivo".

 

Non è il mio preferito tra i titoli di questo tipo, ad esempio mi hanno coinvolto molto di più Blackwood Crossing e The Park, ma è scritto e prodotto molto molto bene.

 

Giocato grazie al GamePass, ma ritengo che giochi del genere anche se ben scritti debbano costare si e no una manciata di euro.

Sto giocando adesso Kentucky Route Zero... altro masterpiece... a breve la recensione snack

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: KENTOUKY ROUTE ZERO (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Visivamente straordinario
  • Emozionante e straniante
  • Musicalmente geniale
  • Rivoluzionario e visionario come poche volte è successo

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Input prot:

  • Se non si apprezza il genere narrativo ed i Walking simulator non fa per voi

Commento finale:

Un capolavoro è un qualcosa che cambia i parametri dell’esistente. Qualcosa che può diventare iconico è significativo al di là del genere di appartenenza, come può essere Blade Runner nel cinema, il Nome Della Rosa nella letteratura, Wish You Were Here nella musica. Questo gioco ne ha le caratteristiche, la profondità concettuale e la visionarietà realizzativa. Kentucky Route Zero è un avventura, un walking simulator, una narrazione impregnata di psico magia e realismo magico, una distorta visione distropica dove convivono una parte di realtà ed una parte immaginaria, due è più mondi che di toccano e si sfiorano la cui compresenza si legge sin dalle scene introduttive che introducono il sospetto di un gioco di ruolo, per proseguire con i fantasmi sonori ed i segnali di disturbo che interferiscono con le trasmissioni televisive, con la stessa esistenza di una rotta zero che è come uno squarcio nella realtà ed il passaggio ad un altra dimensione. Kentucky Route Zero è la storia di un viaggio dove tutti sono alla ricerca di un qualcosa che si è perso o di un riscatto morale, dove l’unica entità solida è il rapporto simbiotico è forte di due androidi, i soli personaggi totalmente finiti della storia, in un mondo dissolto da fine capitalismo, spolpato dall’avidità finanziaria di compagnie oltreumane che schiavizzano quel che è rimasto di una società in frantumi, con altre società vampiro che riducono l’uomo a schiavo scarnificandolo e indicendo bisogni artificiali per legarlo a se. E in questa progressiva desolazione testa una tenue speranza di comunità che forse qualcuno, liberato, proverà faticosamente a ricostruire riconciliandosi con la natura.

Nel corso del viaggio si leggeranno pagine disturbanti ed aliene, si vivranno indimenticabili momenti emozionali come la performance di Junebug (che, chissà perché, mi ha fatto venire in mente uno dei più alti momenti della storia del gaming, la rappresentazione teatrale di FF VI), la scena finale ed il piano sequenza del capitolo VI, e tanto altro.

Leggerete testi complessi ma di una insolita profondità capacità evocativa, tanto che anche chi non sopporta gli intermezzi narrativi di troverà legato magicamente al flusso narrativo. Il tutto in un narrato pieno di bivi e diramazioni narrative che vi porteranno sempre alla stessa destinazione ma percorrendo strade diverse e complementari.

Qui siamo su livelli davvero alti, qui siamo dalle parti del miracolo. Niente resta uguale dopo un opera come questa, anche se molti non lo sapranno mai.

 

 

Giudizio finale:

ASSOLUTAMENTE SI

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  • 2 settimane dopo...

LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: MURDER BY NUMBERS (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Divertente e frizzante
  • Personaggi simpatici e originali
  • Il Picross miscelato con Phoenix Wright funziona benone
  • Lunghezza adeguata

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Input prot:

  • Non amate il Picross e le Visual Novel? Non fa per voi
  • Qualche punto della trama è più debole

Commento finale:

Ancora una volta pescare tra le pieghe dello shop mi ha portato a scoprire un titolo validissimo, senza che avessi aspettative particolarmente alte. Murder By Numbers è un titolo che miscela Visual Novel alla Phoenix Wright con il Picross, costruendo una struttura di gioco che rende il tutto coerente e non forzato. Sin dalle prime battute l’atmosfera del gioco richiama, non casualmente quelle dell’ottimo avvocato Wright, sia in termini di ambientazioni, di design, di soundtrack e di spirito. Ed effettivamente scorrendo la lista di programmatori e collaboratori del gioco si scopre che la musica è stata scritta da Masakazu Sugimori che in passato ha lavorato a Phoenix Wright (e non solo). E l’ispirazione non è tradita, visto che il gioco è perfettamente riuscito, presentando 4 casi che seguono la storia di un’attrice che diventa investigatrice, con supporto di una sorta di PC anni ‘90 volante (il simpaticissimo SCOUT), con modalità di sviluppo della storia che potete immaginare visto che sono anch’esse prese dalla saga di Capcom. L’interazione con gli ambienti e la ricerca di indizi permette di attivare una modalità scanning, effettuata dal robottino, che non è altro che il Picross. La soluzione degli schemi di gioco permette di ottenere indizi che sbloccano nuove parti di gioco, che vengono gestite tramite interazioni con i vari personaggi (tramite domande e risposte) e visite ai vari ambienti di gioco che via via si sbloccano.

Procedendo nel gioco i livelli Picross saranno via via più complessi con gli ultimi livelli piuttosto impegnativi. È possibile comunque giocare a livello semplificato, nel qual caso il gioco fornirà suggerimenti e correzione degli errori.

Concludendo non possiamo quindi che elogiare Mediatonic, il piccolo sviluppatore che ha portato avanti il progetto, il designer Ed Fear (che ha anche contribuito all’ottimo roguelight Sword Of Ditto) per l’ottimo inizio di quella che promette di essere una serie di successo e che io consiglio a tutti gli appassionati del genere!

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: WORSE THAN DEATH (IPHONE)

 

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Input pro:

  • Prezzo adeguato al tipo di gioco
  • Graficamente valido, nei limiti di uno stile vintage

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Input prot:

  • La trama è abbastanza scontata, sembra un B movie adolescenziale da college americano
  • Abbastanza breve e semplice

Commento finale:

Questa piccola avventura, una sorta di mix tra un punta e clicca ed un action con meccaniche stealth molto basiche, risulta alla fine essere molto vicino ad un concetto di walking simulator per la limitata lunghezza e la semplicità del gioco. Ci si trova ad affrontare una storia horror di 8 capitoli molto brevi dove, al di là delle scene di intermezzo, occorre attraversare ed esplorare vari ambienti dove cercare oggetti, interagire con alcuni manufatti per scoprire cosa sta succedendo ed affrontare delle fasi stealth dove occorre attraversare delle aree nascondendosi da alcune oscure presenze (in caso di errore andrà ripetuta la sfida).

Le meccaniche sono abbastanza semplici come anche i comandi basati sul touch screen, che permettono di spostare il personaggio ed interagire con lo sfondo e gli oggetti. Il livello degli enigmi è abbastanza semplice, se non basico, per un giocatore esperto, due o tre puzzle saranno più impegnativi ed in un caso ascoltare il sonoro puó aiutare a risolverlo.

La grafica è una sorta di tributo all’epoca del Commodore Amiga, una grafica 16 bit ben fatta (senza gridare al miracolo), i personaggi, molto stereotipati, sembrano uscire da un film horror adolescenziale o una serie tipo Stranger Things a basso costo.

Complessivamente il gioco non brilla, non è un disastro ma è dimenticabile, avendo dalla sua parte solo una discreta realizzazione tecnica ma troppe piccole pecche e banalità che lo rendono poco interessante e tirato via a livello di trama.

 

Giudizio finale:

MANEGGIARE CON CURA

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