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Il NON Angolo & Co.


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Miglior contributo in questa discussione

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

CINDERS (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Interessante rilettura di una fiaba classica
  • Rigiocabile per sbloccare i vari finali

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Input prot:

  • Ha un qualcosa di scontato e poco originale
  • Nonostante i numerosi finali lo sviluppo del gioco è lacunoso
  • Grafica ben fatta ma statica

Commento finale:

CINDERS è una sorta di libro game. Da una parte rilettura di una fiaba classica, dall’altro libro-gioco con uno sviluppo che porta a vari finali e vari achievements da sbloccare. Nel gioco di incontrano i vari personaggi della fiaba e vengono tratteggiati i caratteri dei protagonisti con un afflato più moderno rispetto alla fiaba classica. Le varie scelte che si potranno compiere nel gioco differenziano la trama e portano i giocatori a sbloccare vari finali a seconda delle scelte compiute, più o meno convenzionali. I dialoghi, in inglese, sono di media complessità e sono comprensibili chiaramente solo a chi padroneggia la lingua in maniera discreta. La storia scorre senza troppi intoppi ma le scelte sono poche e quindi il gioco è più letto che giocato. La stessa struttura del gioco in certi passaggi sembra risentire poco delle scelte, o quantomeno alcuni passaggi non sembrano perfettamente sovrapponibili alle scelte fatte, dando l’impressione di un gioco non pienamente sviluppato e maturo: un peccato perché alcune buone premesse, la cura dell’aspetto grafico e lo sforzo di modernità, ci sono. La selezione delle scelte avviene scegliendo con il pad quali alternative prediligere in alcuni momenti determinati (le scelte appaiono in fondo al testo) indirizzando quindi il gioco verso un determinato finale.

Il prezzo inoltre è eccessivo rispetto a quello che viene offerto.

Il gioco quindi tradisce in parte le attese: sarebbe stata interessante una maggiore interazione e profondità delle scelte, una maggior qualità dei dialoghi, che appaiono in alcuni frangenti fuori fuoco rispetto al contesto nel quale si svolgono, rendendo meno efficace la voglia di contrmporaneità ed artificiosi alcuni passaggi. Non è un gioco completamente riuscito, il prezzo eccessivo stesso non lo rende consigliabile, quantomeno non senza un corposo sconto.

 

Giudizio finale:

MANEGGIARE CON CURA

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

12 IS BETTER THAN 6 (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Stile molto gradevole
  • Gameplay divertente
  • Impegnativo ma non troppo ostico

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Input prot:

  • Non ha grande varietà ma quello che c’è è comunque sufficiente a mantenere alto l’interesse sino in fondo

Commento finale:

Con 12 Is Better Than 6 ci troviamo di fronte ad un buon prodotto indie, non un capolavoro ma un prodotto ben sviluppato e divertente. Il gioco, uno sparatutto con visuale a tre quarti come diversi titoli western dell’epoca 16 bit, ha elementi stealth interessanti, portando il giocatore a cercare in diverse occasioni uccisioni silenziose, con coltelli o pistole piuttosto che con armi rumorose per evitare di allertare i nemici. La grafica è interessante, una sorta di toni di grigio con macchie di colore che si addice al gioco; la storia è abbastanza bizzarra, ma è un pretesto per una continua carneficina tra vari scenari e situazioni sufficientemente varie da non annoiare e spingere il giocatore a voler completare il gioco (non tanto per variazioni di gameplay o avversari ma per l’introduzioni di ambientazioni che permettono piccole sfide e variazioni sul tema). Il giocatore potrà utilizzare armi come pistole, armi bianche e fucili, ma anche candelotti di dinamite, che raccoglierà da armadi, tavolino dai cadaveri degli avversari (ma è richiesta un minimo di attenzione per gestire le munizioni) ed affronterà bande e nemici diversi nella sua folle e disperata avventura. Piccoli elementi ruolistici, come la possibilità di migliorare armi e capacità sono poi cosa gradita. La difficoltà è moderata, ovvero alcuni livelli dovranno essere ripetuti più volte (anche perché basta una pallottola a seccarci), ma mai eccessiva, per una durata totale tra le cinque e le sei ore.

In definitiva il gioco è riuscito, è divertente ed adatto a tutti, non avendo tratti eccessivamente esclusivi e restando gradevole per tutta la sua durata. Promosso!

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

SUPER PHANTOM CAT REMAKE (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Divertente
  • Graficamente semplice ma carino
  • Molti segreti e cose da sbloccare

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Input prot:

  • Molto ispirato a Super Mario
  • Livelli piuttosto corti
  • A volte il tasto del salto non risponde bene

Commento finale:

Super Phantom Cat Remake è un titolo molto ispirato al classico gameplay di Super Mario. I personaggi attraversano i livelli dei 5 mondi principali per sconfiggere un robot malvagio, con i classici poteri marieschi e qualche novità interessante. Ogni mondo è infatti caratterizzato da un potere speciale che consente al protagonista di arrivare a fine livello interagendo anche con gli elementi del mondo. Potrete sbloccare una sorta di teletrasporto, la capacità di creare liane per arrampicarsi sui muri ed altro. Inizialmente il gioco risulta molto facile, poi diventa progressivamente più impegnativo in particolar modo se si vogliono trovare tutti i segreti e scoprire tutti i bonus nascosti per completare il gioco al 100%. La lunghezza del gioco è di circa 5 ore, con molto tempo in più da spendere per trovare tutto; da segnalare la possibilità di sbloccare molti protagonisti alternativi, alcuni con poteri particolari, cosa che si effettua trovando tesori nascosti e acquistando “chiavi” speciali per aprire gli scrigni, cosa che si fa a partire dalla schermata iniziale. Per il resto tanti salti, monete da raccogliere, stanze nascoste e buone idee.

Un buon platform per chi apprezza un gameplay classico, senza particolari pretese ma buon livello di divertimento.

 

Giudizio finale:

SI

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  • 1 mese dopo...

LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

KATANA ZERO (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Gameplay entusiasmante
  • Storia intrigante
  • Personaggi azzeccati
  • In certi frangenti cattivo come i titoli arcade di una volta

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Input prot:

  • Finisce
  • Graficamente bello ma non è un titolo che possa far sbavare i maniaci del graficone

Commento finale:

Devolver Digital non si ferma e continua a regalare magia videoludica. Ancora una volta pubblica un titolo su Switch che sfiora il capolavoro, un tributo all’epoca arcade interpretato in maniera moderna, con un gameplay veloce, tecnico, affascinante e meraviglioso, il tutto condito da una storia intrigante e malata, che trasuda malvagità e oscurità. Un personaggio controverso, un samurai del futuro sospeso tra dannazione e più dannazione, sempre col fardello di una insanabile dipendenza sulle spalle ed una condanna eterna, ah, quanto eterna, che pendola su di lui come una spada di Damocle. Tic toc, tic toc, il tempo scorre e si corre tra scenari semplici e lineari per portar la morte a chi altro non merita. I comandi sono calibrati alla perfezione, il livello di sfida più che adeguato, la lunghezza onesta ma non eccessiva (siamo attorno alle 5 ore), per un titolo action dove occorre attraversare e risolvere livelli via via più complessi uccidendo tutti gli avversari utilizzando la propria Katana e potendo lanciare alcuni oggetti che si trovano nei livelli, con una limitata interazione con alcuni oggetti presenti negli scenari, saltando tra pareti e piani degli edifici che visiteremo. Si potrà utilizzare il potere di alterare il tempo per rallentare per alcuni istanti lo scorrere del tempo e riavvolgere la pellicola in caso di fallimento. I livelli durano qualche minuto, perciò anche nei casi più complicati, e ce ne sono, non si è costretti a ripetere porzioni di gioco eccessivamente lunghe, evitando il rischio di frustrazione. Questa struttura rende inoltre il gioco ideale per sessioni mordi e fuggi, fattore vincente su una console anche portatile come Switch.

Dopo aver sconfitto i bersagli delle varie missioni ed alcuni boss si arriverà al finale, che come nelle migliori storie a puntate sarà aperto e sospeso tra dramma e speranza.

E noi possiamo solo sperare che Devolver Digital ci regali altre magie come questa. Non sarà il goty dell’anno ma questa gemma merita molto e la reiterazione di grandi titoli come questo rende Switch una console sempre più interessante dal punto di vista dell’offerta.

 

Giudizio finale:

ASSOLUTAMENTE SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

TOAST RAGAZZA (IPHONE)

 

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Input pro:

  • Delirante come sempre
  • Tutto sommato è uno scacciapensieri riuscito
  • Il bonus di Toast Ragazzo completa il delirio

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Input prot:

  • Breve e semplice
  • È davvero basico

Commento finale:

Toast Ragazza è una sorta di scacciapensieri dove una ragazza dalla gonna corta che divora toast corre per arrivare a scuola. Nel corso del gioco deve evitare ciclisti, calciatori, passanti, lottatori di sumo giganti. Ma dietro di tutti questi personaggi si nasconde uno stalker pedofilo! E quando ne urteremo uno si scoprirà il suo vero brufoloso volto di vecchio adolescente pipparolo, che potremo collezionare nell’apposita galleria. I comandi sono molto semplici, si può spostare la ragazza a destra o sinistra nella sua corsa verso il basso e verso le lezioni. La grafica è come sempre grezza ma con il fascino trash di questi giochi. Essendo un titolo gratuito può tranquillamente essere scaricato e giocato in momenti topici quali le sedute regali sul trono, e per i tossici come me sarà un simpatico passatempo in attesa di follie più folli; per le persone normali sarà da scaricare per mera curiosità, vista la pochezza del gioco in se.

 

 

Giudizio finale:

MANEGGIARE CON CURA

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

YOSHI’S CRAFTED WORLD (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Graficamente riuscitissimo, è una delizia
  • Divertentissimo da giocare, livelli molto ispirato sotto tutti i punti di vista
  • Ricco di contenuti e di collezionabili

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Input prot:

  • Il gioco è piuttosto semplice se non si cerca di completarlo al 100%
  • Le modalità aggiuntive aggiungono poco; bene la modalità inversa (ma alla lunga è ripetitiva), tediosa la ricerca degli oggetti all’interno dei livelli di gioco

Commento finale:

Un trionfo di colori e creatività, questo è Yoshi’s Crafted World. Baciato dalla magia di un design eccellente dal punto di vista grafico, il gioco propone livelli originali e molto divertenti, rendendo questo capitolo uno dei migliori della serie, divertentissimo da giocare ed esplorare, con alcuni livelli veramente al massimo livello qualitativo e ludico immaginabile. Questa meravigliosa constatazione è peró mitigata da alcuni difetti che rendono il gioco meno eccezionale di quanto avrebbe potuto essere, e mi riferisco ad una certa semplicità a completare il gioco, che tuttavia non può essere considerata un vero e proprio difetto vista la scalabilità del livello di difficoltà, che si rivela assai più ostico per il completista che voglia completarlo al 100% e soprattutto ad un abuso della modalità di ricerca degli oggetti, che costringe a visitare più volte livelli già completati con un incremento del livello noia di cui non si sentiva il bisogno. La modalità “inversa” è invece più valida, e richiede l’attraversamento dei livelli al contrario per recuperare dei cuccioli, tre, che si nascondono nei livelli, i figli del simpatico Poochi, che nel gioco principale appare come aiutante di Yoshi in alcuni livelli. Purtroppo anche questa modalità presenta poche varianti e non viene sfruttata al massimo. Il gioco propone l’attraversamento di vari livelli per procedere sino allo scontro finale con Kamek e Baby Bowser. Occorre raccogliere fiori è monete per poter avanzare nei mondi successivi; Yoshi ha le caratteristiche peculiarità del personaggio, il lancio delle uova, la capacità di mangiare i nemici e di fluttuare nell’aria, e su queste caratteristiche su basa il gameplay. Inoltre in vari livelli vengono proposte delle modalità di gioco alternative che rendono il gioco ancora più divertente e vario. Il post-game prevede invece 4 livelli molto difficili rispetto allo standard del gioco ed una ulteriore ed inutile modalità di ricerca di cui si può fare a meno.

Tirando le somme ci troviamo di fronte ad un titolo assolutamente divertente e consigliabile, una bellissima esperienza visiva e ludica che però è anche in occasione mancata... è mancata la volontà di trasformare un gioco bello, bellissimo, in un potenziale gioco dell’anno limitandosi a riempire il gioco di contenuti inutili e ripetitivi. Lasciateli perdere e limitatevi a godere della modalità principale e, se ne avrete voglia, a cercare di prendere tutti i fiori e le monete rosse del gioco principale. Passerete in questo modo ore impegnative e soddisfacenti evitando inutili ricerche tediose.

 

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO:

STEAMWORLD QUEST: HAND OF GILGAMECH (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Graficamente riuscito e con uno stile personale
  • Buona varietà di personaggi e buona personalizzazione delle carte
  • Lunghezza adeguata
  • Non annoia mai e sa tenere alta l’attenzione

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Input prot:

  • Il gioco è piuttosto semplice, con una progressione ragionata ed una buona composizione del deck arrivare alla fine sarà agevole
  • I Dungeon sono piuttosto lineari anche se non è nella fase esplorativa il focus del gioco

Commento finale:

Steamworld Quest è un altro colpo ben piazzato dalla giovane SH Image & Form. L’espansione del loro mondo “Steam” al genere RPG/Card Game è stato da una parte un rischio ma anche l’opportunità di coprire un altro genere di gioco da affiancare agli ottimi predecessori. Se da un lato la scelta di utilizzare personaggi robotici sembra forzata, avrebbero potuto essere i classici personaggi umani o umanoidi, dall’altro questo ha dato ulteriore caratterizzazione al gioco che si presenta come una sorta di “fiaba”. Graficamente siamo ad ottimi livelli, con una resa dei personaggi Buona ed una caratterizzazione altrettanto riuscita. Entrando nelle meccaniche di gioco ci troviamo di fronte ad un titolo che pone il focus sulla costruzione di un mazzo di carte recuperando le stesse durante i vari livelli di gioco (18) ed acquistandole/potenziandole con le monete che si guadagnano nel gioco. Componendo il party si possono così selezionare i sottomazzi (ci dono 5 personaggi tra cui scegliere i 3 che combatteranno, ognuno con una serie di carte specifiche più votate alla magia, alla cura Of al combattimento, con caratteristiche che vanno dal guerriero, al mago, al druido/cleric, al samurai/Monaco, al ladro/assassino) e quindi le carte da poter pescare, 8 per ogni sottomazzo. Esplorando il gioco si incontreranno quindi i vari avversari, via via più potenti, da sconfiggere durante i combattimenti, dove si potranno usare 3 tra le 6 carte disponibili, che verranno sostituite mano a mano che saranno utilizzate. In ogni mano sarà possibile cambiare 2 carte. L’utilizzo delle carte è legato ad una barra di potenza che si carica utilizzando le carte base, le carte più potenti avranno bisogno di più punti, quindi la scelta delle sequenze dev’essere adeguatamente ponderata. Inoltre una sequenza di 3 carte dello stesso colore attiverà un potere speciale legato all’arma in possesso del giocatore, anch’essa migliorabile acquistando nuove armi da una mercante/zingara che ci seguirà nei vari livelli.

Il gioco risulta divertente, non annoia mai e tiene alta l’attenzione con battaglie via via più impegnative e con una serie di scene di intermezzo ben scritte. Tuttavia è da sottolineare che il livello di sfida è basso, non mi sono quasi mai trovato in difficoltà è armandosi di opportune pozioni di cura si procederà rapidamente verso la fine del gioco, con comunque buona soddisfazione finale. Questo non è necessariamente un difetto, visto che il gioco resta molto divertente e ben riuscito, tuttavia è un aspetto che alcuni potrebbero non apprezzare. Come bonus è disponibile una modalità “Colosseo” che propone una serie di sfide che rendono disponibili premi particolari e che prevedono condizioni di gioco specifiche (tipo: tutti i giocatori perennemente avvelenati). Per quanto riguarda la durata ho impiegato 27 ore a finirlo, ma con uno stile meno puntiglioso del

mio (ripeto più volte ogni livello) può essere concludo in un tempo molto minore (risulta una media di ore impiegate attorno alle 11/12). Concludendo possiamo quindi confermare la validità del titolo che è consigliato non solo per gli appassionati del genere ma anche a chi non ha particolare predilezione per i titoli di questo tipo.

 

Giudizio finale:

SI

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Rileggo solo ora questa recensione e, parere personale, penso sia azzeccatissima.

L'ho ascoltata più volte e con piacere nel post sanremo dove, con la distrazione tipica di chi fa zapping veloce, non mi aveva colpito molto sebbene qualcosa me l'avesse smossa (e secondo me live rendeva poco e nulla rispetto al pezzo inciso).

 

La patetica crociata di striscia ha aiutato in prima battuta a farmi passare la voglia di ascoltarlo, in seconda a stringerli la mano e a sfanculare striscia grazie ai quali ora sia io che mio figlio sappiamo che RR è anche una pasticca (ma stavo bene nella mia ignoranza in materia eh).

Presto recensione del disco... lo sto divorando

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO - THE SWORDS OF DITTO: MORMO’S CURSE (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Divertente e “scalabile”
  • Graficamente ispirato e con un alto tasso di carineria
  • Non è frustrante
  • L’ispirazione a Zelda è gradevole e azzeccata

 

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Input prot:

  • Anche considerando che si tratta di un roguelite è piuttosto semplice
  • I Dungeon sono piuttosto semplici

Commento finale:

The Swords Of Ditto Mormo’s Curse è la riedizione del titolo uscito nel 2018 per varie piattaforme. L’update rispetto alla versione originale è importante, trasformando un gioco che a detta dei recensori era troppo frustrante in un prodotto più maturo, e di qui partiamo, visto che non ho provato la versione originale. Nel gioco “evoluto” ci troviamo di fronte ad un roguelite dal segno grafico zeldoso che ci vedrà vagare per un mondo fantasy con elementi moderni alla ricerca di oggetti, monete, esperienza ed alcuni Dungeon da completare per poter indebolire la strega Mormo, che opprime il mondo. Quando saremo pronti alla sfida verremo chiamati a lottare contro la strega, una sconfitta rappresenterà un permadeath ed il conseguente nuovo inizio dell’avventura con un nuovo eroe, 100 anni dopo la sfida iniziale. Le conseguenze del permadeath saranno diverse a seconda del livello di difficoltà, si parte da un livello facile che rende il tutto piuttosto banale ad un livello standard piuttosto equilibrato ma non frustrante dove si ereditano il livello di esperienza ed una serie di potenziamenti acquistati durante la precedente avventura per finire ad un livello hard più vicino alla ruvidezza del titolo originale, che assume una valenza di maggiore interesse se affrontato dopo aver battuto il gioco a livello normale. Infatti la modalità estrema ha anche un vincolo di tempo piuttosto stringente che non rende pienamente fruibile un gioco che è anche esplorativo, con una serie di aree da visitare che cambiano leggermente ad ogni nuova partita e come disposizione nella mappa e come distribuzione interna di edifici e oggetti.

Il protagonista del gioco è un ragazzo/ragazza comune il cui aspetto è si casuale ma anche influenzato dal “badge”. Il badge è una sorta di carta d’identità che contiene alcune caratteristiche base del personaggio (aspetto umano, da gatto o altro e livello di resistenza al fuoco, al veleno etc) e che sale di livello durante il gioco, livello che si mantiene anche per le partite successive. Salendo di livello il badge aumentano gli slot disponibili per il potenziamento del personaggio, che si ottengono tramite degli stickers di varia tipologia acquistabili in negozio (ma si possono anche trovare distruggendo elementi di ambiente). Il nostro personaggio ha le

Movenze tipiche e attacchi molto ispirato a Link (uno sticker sblocca anche l’attacco rotante), così come ispirato a Zelda è anche l’ambiente, le armi supplementari (che hanno una buona varietà) ed i nemici, in maniera efficace e non fastidiosa.

Complessivamente, in questa nuova incarnazione, possiamo considerare il gioco positivamente, sembra quasi di giocare uno Zelda roguelite, divertente da giocare, non frustrante ed equilibrato. Non è un capolavoro ma è davvero gradevole e con un livello di sfida comunque sufficiente: un gioco che può piacere anche a chi non ama i roguelike/lite e che quindi mi sento di consigliare soprattutto a chi vuole approcciarsi al genere ed è spaventato dalla filosofia del permadeath.

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: MY BIG SISTER (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Storia intrigante e con un pizzico di sana follia e gore
  • Non è frustrante
  • Buona caratterizzazione grafica, sempre nell’ambito di un titolo “basico”
  • Economicissimo in relazione alla qualità dell’esperienza

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Input prot:

  • È semplice, dopotutto è sostanzialmente un Walking simulator
  • Se cercate un gioco complesso o graficamente al top non va bene

Commento finale:

Altro giro altra bella sorpresa. Stranga Games con My Big Sister confeziona un’avventura/Walking simulator che per certi versi può ricordare “To The Moon”, con un minor afflato poetico e una vena più gore (ed anche una durata inferiore) che tuttavia sa farsi apprezzare per tante idee e scene coinvolgenti e tre finali diversi che in maniera progressiva arrivano a spiegare il gioco è rendere omogenea la trama. Ci troviamo di fronte ad un’avventura grafica con interfaccia semplice ed enigmi lineari, un Walking simulator che ci accompagna in una storia suddivisa in episodi malata è strana, piena di angoli oscuri e inquietanti. L’interazione col personaggio è semplice, ci si limita al pad di comando e due tasti che permettono di interagire con personaggi e cose. La storia narra il tentativo di due sorelle (noi comandiamo Luzia) di interrompere una maledizione e fuggire dalle grinfie della strega rossa Ashina, tra morte, loop temporali e spettri. Durante tutto il gioco l’inquietudine sarà palpabile, il tutto stemperato da una buona vena ironica della protagonista.

Il gioco dispone di tre finali, bar, good d true, facilmente accessibili dall’ultimo livello, garantendo così la massima fruibilità e scarsa frustrazione, ma anche scarso impegno per il giocatore. È un titolo più narrativo che sfidante. Complessivamente il giudizio è positivo, perché, pur senza assurgere ai livelli del meraviglioso e toccante “To The Moon”, pietra di paragone del genere, sa essere bello ed intrigante e, nel finale, anche commovente, il che, per un titolo prezzato sotto i cinque euro, è lusso. La durata complessiva di aggira attorno alle tre ore, ben spese, configurandosi come ottima scelta per chi non vuole passare giornate alla ricerca di collezionabili e predilige in esperienza compressa. Se cercate difficoltà è sfida non sarà la scelta per voi, per gli altri sarà un SI convinto. E, sappiatelo, dalle parti dell’oscura periferia della galassia, dove gli AAA non si vedono, il NON ANGOLO scava per voi.

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: CASTLE OF HEART (SWITCH)

 

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Input pro:

  • In offerta è molto economico
  • Graficamente ben fatto
  • Piacevole vedere un gioco che rispolvera un genere arcade “à la Golden Axe”

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Input prot:

  • Piuttosto semplice
  • Non ha punti di particolare merito ne nella varietà ne in altri aspetti

Commento finale:

Castle Of Heart è un titolo mediocre. Senza offesa, non è un titolo particolarmente brutto o con difetti enormi, è semplicemente un titolo che non ha particolari titoli di merito. Non ha una grafica molto personale, non ha una storia molto profonda, non ha particolari difficoltà da superare, non è particolarmente lungo (parliamo di circa 4/5 ore per completarlo), non ha molti bonus nascosti o segreti, non ha un gameplay che brilli. Non ha nemmeno grossi difetti, se non il fatto di essere concettualmente limitato. Si comanda il guerriero in schermi a scorrimento orizzontale dove si affrontano avversari dai pattern di attacco simili anche se si presentano con aspetti diversi andando avanti nelle sezioni del gioco. Raccogliendo delle armi secondarie di aumenta la potenza di attacco e si possono effettuare, in caso si trovino lance o balestre, effettuare attacchi a distanza. Le fasi di combattimento sono piuttosto semplici e lineari. Nel corso dei vari livelli ci sono punti di salvataggio posizionati a distanza non eccessiva che consentono di riprendere il gioco senza dover ripetere tutto il livello, ci sono inoltre delle fasi platform dove occorre effettuare salti o salire velocemente verso l’alto per evitare di affogare per l’acqua che sale. Il gioco presenta 20 livelli divisi in 4 aree, con 1 boss finale per ogni area sino al combattimento finale con lo stregone maledetto. Il gioco non è frustrante ed è moderatamente divertente, ed in offerta può essere acquistato per passare qualche ora di gioco non troppo impegnativo, sappiate tuttavia che non ha motivi di eccellenza per essere ricordato. Nei vari livelli si possono poi raccogliere dei frammenti di gemma viola, 5 nascosti in ogni livello, raccogliendoli tutti si avrà la possibilità di vedere un finale alternativo. Ma non vale la pena, per me, di perderci tempo. Meglio tornare ad un Golden Axe d’annata...

 

Giudizio finale:

MANEGGIARE CON CURA

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: ROLANDO ROYAL EDITION (IPHONE)

 

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Input pro:

  • Finalmente ritorna sullo store di Apple un gioco leggendario
  • Il prezzo è interessantissimo
  • Anche dopo tanti anni funziona tutto alla perfezione
  • I personaggi sono super cute

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Input prot:

  • Piuttosto semplice
  • Non ha una grande durata

Commento finale:

Rolando è un titolo che gli utenti storici di Apple ricorderanno bene. Si tratta infatti di un titolo che sfrutta pienamente le caratteristiche dello smartphone, accelerometro e touch screen, il primo grande esempio di come si potesse realizzare un gioco di grande qualità su di uno smartphone.

Il gioco è una sorta di platform dove occorre controllare dei personaggi sferici, i Rolando, che devono attraversare i livelli sino alla porta di uscita. I personaggi possono essere selezionati singolarmente o in gruppo tramite il tocchi screen e si muovono inclinando il telefono, potendo inoltre saltare sempre interagendo col touch screen. Occorrerà interagire con elementi mobili, utilizzare bombe che occorre spingere, spingere il re ed alla regina sino a fondo livello; inoltre in alcuni livelli occorrerà comandare il re e la regina, che non possono saltare e vanno portati a fine livello solo interagendo con la forza di gravità. In alcuni livello si potranno inoltre comandare dei Rolando spinati che restano aggrappati ai muri. Sparsi nei livelli ci sono dei mostri/ombra che occorre evitare pena la morte di uno dei personaggi. Per ogni livello si possono inoltre ottenere tre medaglie, una per aver raccolto tutti i diamanti posizionati nei livelli, uno per aver portato tutti i personaggi alla fine, uno per aver completato il livello entro un tempo determinato. Il livello generale di difficoltà è basso, ma il tutto è ben confezionato e molto divertente da giocare. Spostare i Rolando, interagire con l’ambiente, collezionare le medaglie è naturale e mai noioso, merito in primis di un concept brillante e ben implementato. Rolando anche oggi è meritevole, lo posso consigliare a tutti sia per il valore storico che per la qualità dell’esperienza: prendetelo!

 

Giudizio finale:

SI

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: 39 DAYS TO MARS (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Grafica azzeccatissima
  • Le sfide cooperative sono carine
  • Adatto a tutti

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Input prot:

  • Molto breve
  • Abbastanza semplice
  • Essendo adatto a tutti non piacerà a chi cerca giochi complessi e impegnativi

Commento finale:

39 Days To Mars è un buon titolo collaborativo, da giocare preferibilmente in due, ma che può anche essere affrontato da solo.

Racconta in maniera bizzarra l’avventura di un uomo dell’800 vittoriano che, in un’atmosfera steampunk, decide di andare a fare un giro su Marte col suo dirigibile/astronave a vapore. Di qui una serie di enigmi e giochi piuttosto arguti da affrontare in due per qualche piacevole ora di gioco. I comandi saranno affidati ai due pad, ognuno dei quali comanda uno dei due personaggi (sia nella modalità cooperativa che quella singola) sia nel visitare l’astronave per raggiungere i punti di interazione dove si trovano gli enigmi che nella risoluzione degli enigmi stessi, che presentano

delle semplici prove di logica ed abilità manuale. L’aspetto grafico, steampunk, è fumettoso è basato sui toni del marrone, ed è davvero gradevole e ben disegnato. La durata è molto breve, parliamo di un gioco che durerà un ora o poco più. Questo è un’aspetto piuttosto negativo per un titolo col suo prezzo d’acquisto, e assieme alla facilità possono renderne poco consigliabile l’acquisto.

Tuttavia non si può negare la buona qualità generale del titolo, di cui consiglio l’acquisto una volta sceso di prezzo. Peccato, maggiori contenuti o un prezzo inferiore avrebbero valorizzato maggiormente il titolo.

 

Giudizio finale:

MANEGGIARE CON CURA

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HANDS ON: THE LAST DOOR (SWITCH)

 

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Avendo appenda terminato la prima stagione del gioco sono in grado di fornire le prime impressioni del gioco, che comprende tutte e due le stagioni pubblicate e tutti gli extra.

Ci troviamo di fronte ad un’avventura grafica ad episodi, che affonda la sua essenza grafica nella tradizione dei giochi dell’epoca 16 bit con alcune peculiarità. Prima di tutto c’è una forte connotazione narrativa, che avvicina il gioco ad atmosfere da E.A. Poe più che a Lovecraft (che comunque resta fonte di ispirazione) e persino ad alcune atmosfere da Agatha Cristhie. Graficamente il gioco è molto basico ma non sgradevole, ma la cosa che più stupisce è come con pochi pixel il gioco riesca a trasmettere in atmosfera davvero angosciante e orrorifica, con diversi punti dove il gioco da lasciarti con un profondo disagio e trasmette l’idea dell’essenza della Paura. Il gioco complessivamente, perlomeno la prima stagione, dura qualche ora, ed ogni episodio è ambientato in ambienti abbastanza ristrettì, con enigmi facili da sciogliere ma non banali. L’influenza dei Walking simulator c’è, ma questo non disturba perché il focus è comunque sulla storia. La storia è molto ben scritta ed efficace, di livello alto, cosa che mi ha fatto particolarmente apprezzare il gioco. Non appena finirò la seconda stagione procederó alla recensione snack, ma da questo hands on esce l’impressione di un gioco di grande spessore ed assolutamente consigliabile a chi apprezza storie nere, l’orrore classico e gotico, le avventure punta e clicca.

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LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: THE LAST DOOR (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Storia intrigante
  • Tensione alle stelle
  • Non scade mai nella banalità
  • Coinvolgente

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Input prot:

  • La seconda stagione ha bachi gravissimi che impediscono di terminare alcuni episodi (il secondo ed il quarto) o di farlo con estrema difficoltà
  • È un’avventura punta e clicca, genere non adatto a tutti

Commento finale:

The Last Door su Switch lascia l’amaro in bocca. Siamo di fronte ad un prodotto sviluppato con pochi fondi ma ricco di fascino, con una storia che affonda le sue radici nella letteratura horror neogotica, con grosse iniezione di Poe e Lovecraft (più Poe), scritta e sceneggiata benissimo, capace di creare tensione vera e palpabile, di trascinarti nel suo flusso, nemmeno banale come enigmi e... fai una versione per Switch che crasha come la morte nella seconda stagione! Pazzesco! Non so a cosa sia legato il problema, ma dopo essermi gustato pienamente la prima e gli extra ho penato terribilmente per giocare la seconda, che sarebbe stata al livello della prima. Inaccettabile. Per questo il giudizio non può che essere un MANEGGIARE CON CURA tendente al no, solo per la qualità del primo episodio è nella speranza che possano rimediare con una patch al disastro. Per il resto ho già detto le cose principali nel post precedente. Per non incazzarvi voi non prendetelo sinché il buon funzionamento sia certo o rivolgetevi alla versione su PC.

 

Giudizio finale:

MANEGGIARE CON CURA

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  • 2 settimane dopo...

LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: SUPER ARCADE SOCCER (SWITCH)

 

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Input pro:

  • Ho visto di peggio

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Input prot:

  • La difficoltà è infima
  • IA ridicola
  • Portiere ridicolo
  • Pessimo in quasi tutto

Commento finale:

All’epoca del Commodore 64 in edicola si potevano trovare delle cassette piene di giochi, spesso mediocri, a volte versioni pirata di titoli di buon livello con il titolo sostituito da schermate posticce. In questo caso troviamo un gioco mediocre o pessimo con una schermata che sembra pirata. Tutto o quasi è dilettantesco e mal fatto, dalla presentazione alla varietà, dall’intelligenza artificiale assente degli avversari ad un portiere inutile che subisce i gol più stupidi. Non hanno nemmeno fatto lo sforzo di personalizzare i giocatori se non in maniera maccheronica. Giusto la grafica è passabile. Insomma, titolo pacco da evitare. Adieu.

 

Giudizio finale:

NO

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I pro che contano :asd:

Qualcosa bisognava pur mettercela. :asd:

 

Comunque quando ripenso ai giochi di calcio, non posso dimenticare World Cup 90 per Amiga. In cui il portiere per raccogliere una palla che arrivava pianissimo vicino ai suoi piedi vicinissimo a uno dei due pali della rete, sfoggiava un'animazione per prenderla sdraiandosi per terra a mò di parata volante. :rotfl:

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Qualcosa bisognava pur mettercela. :asd:

 

Comunque quando ripenso ai giochi di calcio, non posso dimenticare World Cup 90 per Amiga. In cui il portiere per raccogliere una palla che arrivava pianissimo vicino ai suoi piedi vicinissimo a uno dei due pali della rete, sfoggiava un'animazione per prenderla sdraiandosi per terra a mò di parata volante. :rotfl:

Ricordo... in compenso il portiere di Kick Off zompava come neanche Mark Lenders.

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