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THE LAST OF US - PART 2 (TOPIC REVIEW)


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Se fosse interamente soggettiva potresti benissimo dire che TLOU2 non rispecchia le tue corde artistiche e dargli 2 perché personalmente non ti ha preso.

Ma non funziona così.

 

No, non funziona così, forse hai ragione.

Come non funziona neanche come dici tu.

 

Nel linguaggio cinematografico ci sono delle regole.

Nella narrazione ci sono delle regole. (e qui si dovrebbe fare un discorso semiologico, ad onor del vero)

 

Mi viene in mente la regola dei 180° nel cinema. Non rispettare è universalmente ritenuto un errore. Una volta che si impara cos'è è difficile non notarla.

Però devi sapere cosa sia. Se non lo sai, quasi sicuramente non te ne renderesti nemmeno conto. Alla fine non conosci la lingua.

 

Ora: il cinema ha 100 e passa anni di storia. Le sue regole sono state definite in anni ed anni per svariate ragioni. La regola dei 180°, per esempio, è stata stabilita per evitare spaesamento, ottenere un montaggio maggiormente meno visibile.

 

Ma il punto dei linguaggi è che variano nel tempo. Che possono essere interpretati in maniera del tutto soggettiva da ogni individuo.

Soprattutto se una persona conosce un linguaggio ed un'altra no. Oppure in base a come una persona lo "parla", rispetto ad un'altra.

 

Nulla vieta che fra 100 anni la regola dei 180° venga rinnegata, per esempio.

Non è come la matematica dove 2+2=4 è veritiero oggi come ieri come domani.

La matematica è un linguaggio costruito sulla verità, il cinema no.

 

A maggior ragione, come può essere il linguaggio videoludico?

Io capisco quello che dici, quando parti di scelte di game-design fatte in un modo rispetto ad un altro.

Sono sicuro ci siano scelte che risultino più apprezzabili a più persone se fatte in un modo rispetto ad un altro.

 

Ma, ritornando al discorso originale: un critico ed tipochenonsauncazzo, stanno parlando della stessa cosa con una lingua diversa. Tutto qui.

In base alla lingua che TU parli, troverai un'opinione più apprezzabile rispetto ad un'altra.

2001: Odissea nello Spazio è ritenuto un capolavoro.... vallo a spiegare però a chi non sa niente di cinema, però. Il film è una rottura di coglioni immane pure per gli studiosi. (ed è uno dei miei film preferiti di sempre eh)

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Ospite Utente cancellato 137
Non ho tempo per immettermi nella discussione, ma vorrei solo ricordare che buona parte delle recensioni vengono scritte senza aver finito il gioco.
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Non ho tempo per immettermi nella discussione, ma vorrei solo ricordare che buona parte delle recensioni vengono scritte senza aver finito il gioco.

in questo caso,visto che lo hanno ricevuto una settimana prima e il gioco dura 25/30 ore,penso lo abbiano finito tutti.

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in questo caso,visto che lo hanno ricevuto una settimana prima e il gioco dura 25/30 ore,penso lo abbiano finito tutti.
Anche perché non penso che esista al mondo recensore che non si gioca in anteprima un gioco così

 

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No, non funziona così, forse hai ragione.

Come non funziona neanche come dici tu.

 

Nel linguaggio cinematografico ci sono delle regole.

Nella narrazione ci sono delle regole. (e qui si dovrebbe fare un discorso semiologico, ad onor del vero)

 

Mi viene in mente la regola dei 180° nel cinema. Non rispettare è universalmente ritenuto un errore. Una volta che si impara cos'è è difficile non notarla.

Però devi sapere cosa sia. Se non lo sai, quasi sicuramente non te ne renderesti nemmeno conto. Alla fine non conosci la lingua.

 

Ora: il cinema ha 100 e passa anni di storia. Le sue regole sono state definite in anni ed anni per svariate ragioni. La regola dei 180°, per esempio, è stata stabilita per evitare spaesamento, ottenere un montaggio maggiormente meno visibile.

 

Ma il punto dei linguaggi è che variano nel tempo. Che possono essere interpretati in maniera del tutto soggettiva da ogni individuo.

Soprattutto se una persona conosce un linguaggio ed un'altra no. Oppure in base a come una persona lo "parla", rispetto ad un'altra.

 

Nulla vieta che fra 100 anni la regola dei 180° venga rinnegata, per esempio.

Non è come la matematica dove 2+2=4 è veritiero oggi come ieri come domani.

La matematica è un linguaggio costruito sulla verità, il cinema no.

 

A maggior ragione, come può essere il linguaggio videoludico?

Io capisco quello che dici, quando parti di scelte di game-design fatte in un modo rispetto ad un altro.

Sono sicuro ci siano scelte che risultino più apprezzabili a più persone se fatte in un modo rispetto ad un altro.

 

Ma, ritornando al discorso originale: un critico ed tipochenonsauncazzo, stanno parlando della stessa cosa con una lingua diversa. Tutto qui.

In base alla lingua che TU parli, troverai un'opinione più apprezzabile rispetto ad un'altra.

2001: Odissea nello Spazio è ritenuto un capolavoro.... vallo a spiegare però a chi non sa niente di cinema, però. Il film è una rottura di coglioni immane pure per gli studiosi. (ed è uno dei miei film preferiti di sempre eh)

No perchè il tipochenonsauncazzo non solo parla con una lingua diversa ma arriva anche a conclusioni differenti.

 

Metti tipochenonsaproprioniente a recensire un Journey e probabilmente ti dirà che è una cagata fumante (l'arte per quanto soggettiva ha bisogno di "istruzione" per essere apprezzata, è lo stesso motivo per cui la gente comune guarda molti dei quadri famosi e non ci legge proprio nulla, l'istruzione artistica ricevuta ti ha influenzato a livello soggettivo)

Metti tipochenonsaproprioniente a recensire un Disco Elysium e ti dirà che è noioso perchè non in grado di apprezzare un certo tipo di narrazione e meccaniche.

 

Chiaramente noi videogiocatori quantomeno su questo foro non siamo equiparabili a tipochenonsaproprioniente. Però se devi essere un dipendente del settore incaricato di recensire titoli che possono influenzare l'opinione altrui è sicuramente meglio se sei "istruito" ad apprezzare o a disprezzare certe tipologie di cose.

L'apprezzamento dell'arte nonostante essa sia soggettiva va insegnato, vanno dati gli strumenti per apprezzarla.

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Ospite Cdp85

 

A me tutti questi messaggi su tecnica, storia e fenomenologia dei videogame sembrano interessanti e preziosi, meriterebbero un topic tutto loro da non perdere nel tempo.

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Ospite Utente cancellato 137

in questo caso,visto che lo hanno ricevuto una settimana prima e il gioco dura 25/30 ore,penso lo abbiano finito tutti.

 

Non mi riferivo a TLOU (sul quale non mi sono informato). É una constatazione generale fatta dopo anni di recensioni lette, ed il fatto che il recensore possa scegliere arbitrariamente cosa finire e cosa no in base al tempo / gusti / "importanza" del titolo recensito va a ledere l'autorità dell'intero settore, nonostante ci siano ovviamente giornalisti onesti che scrivono pure a che percentuale di gioco si son fermati prima di scrivere l'articolo.

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in questo caso,visto che lo hanno ricevuto una settimana prima e il gioco dura 25/30 ore,penso lo abbiano finito tutti.

 

Il problema non è la durata, il problema è che molti recensori non hanno le mani (inserire gif del tizio che non riusciva a superare il tutorial di cuphead:roll3: ) e si stufano dopo qualche ora, o semplicemente manco ad easy riescono a giocarlo:asd:.

 

Ormai una buona parte dei ''recensori'' la fuori si può a malapena definire ''giocatori'' :asd:

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Ospite Utente cancellato 137

ah giusto bravo, anche la capacità dello scrittore è un altro fattore da tenere in considerazione nel 2020 :asd:

infatti soprattutto gli action noto che sono per lo più affetti da questo fenomeno.

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Per carità se la comunità mondiale totale decreta che quel gioco è bello, non dico che il mondo intero è folle o sta mentendo, e se milioni di persone si fidano del Sabaku di turno (cito lui solo perchè la discussione è nata da li), liberi di farlo avranno giustamente i loro motivi, ma io quando ho letto una recensione che cita testualmente: "gli metto X perchè il gioco è troppo lungo e io non ho voglia e tempo di giocare al gioco", mi sono ufficialmente nominato critico radical chic migliore di qualsiasi Youtuber/recensore :sisi:.

 

Per questo non mi fido di nessuno e mi viene impossibile accostargli l'aggettivo di "esperti"

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No perchè il tipochenonsauncazzo non solo parla con una lingua diversa ma arriva anche a conclusioni differenti.

 

APPUNTO.

Il fatto che tu creda che si debba giungere alla stessa conclusione lo trovo francamente disarmante ed in netto contrasto con ciò che rende bella l'arte, ossia l'interpretazione.

 

Come diceva [uSER=260]@laikacomehome[/uSER], praticamente non vuoi nient'altro che un circlejerk di persone che se la cantano e se la suonano da soli, parlando tutti la stessa lingua.

Questa è la morte dell'innovazione.

Ed i tipichenonsannouncazzo possono essere anche loro quelli a dettare le regole del linguaggio, quindi è assolutamente discutibile che la loro opinione valga meno.

 

Esempio lampante? Quarto Potere.

Quando uscì non fu acclamato dalla critica come lo è oggi. Anzi.

Il film è considerato uno dei migliori di sempre proprio perchè Orson Wells ha usato un linguaggio che non rispettava il linguaggio comune, diventando fondamentalmente la base dei moderni.

 

Ora immagina una robba del genere per i videogiochi (come se poi fosse possibile viste le infinite variabili con cui il media si può iterare) o per l'arte in generale.

 

Credere che ci debbano essere le regole per poterne parlare è da elitaristi che, inevitabilmente, vanno in contrasto con la possibilità di innovare, punendola nel caso fosse presente.

 

 

Io sono contento TUTTI possano unirsi alla conversazione.

Se uno avesse necessità del circlejerk dove ognuno la pensa allo stesso modo (che è quello richiesto da te), ha sempre possibilità di farlo.

 

I linguaggi non sono oggettivi, se non quello matematico.

Il tutto si riduce a questo. Dire che Quarto Potere, The Last of Us, Halo, quello che ti pare, siano oggettivamente capolavori è un'affermazione falsa.

Perchè i linguaggi variano nel tempo e ciò che può essere capolavoro oggi può non esserlo domani.

E lo dico da persona che nell'altro topic ha definito RDR2 un capolavoro eh...

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  • Amministratore

No perchè il tipochenonsauncazzo non solo parla con una lingua diversa ma arriva anche a conclusioni differenti.

 

Metti tipochenonsaproprioniente a recensire un Journey e probabilmente ti dirà che è una cagata fumante (l'arte per quanto soggettiva ha bisogno di "istruzione" per essere apprezzata, è lo stesso motivo per cui la gente comune guarda molti dei quadri famosi e non ci legge proprio nulla, l'istruzione artistica ricevuta ti ha influenzato a livello soggettivo)

Metti tipochenonsaproprioniente a recensire un Disco Elysium e ti dirà che è noioso perchè non in grado di apprezzare un certo tipo di narrazione e meccaniche.

 

Chiaramente noi videogiocatori quantomeno su questo foro non siamo equiparabili a tipochenonsaproprioniente. Però se devi essere un dipendente del settore incaricato di recensire titoli che possono influenzare l'opinione altrui è sicuramente meglio se sei "istruito" ad apprezzare o a disprezzare certe tipologie di cose.

L'apprezzamento dell'arte nonostante essa sia soggettiva va insegnato, vanno dati gli strumenti per apprezzarla.

 

Assolutamente d'accordo.

IMHO per comprendere meglio il concetto occorre partire dalla base.

 

Senza neanche andare troppo lontano, cito Wikipedia nella sua definizione di Critica:

 

"Per critica, dal greco κρίvω (distinguo), si intende l'attività che consiste nell'analisi e nella valutazione di qualunque situazione in qualunque contesto.

Tale attività è esercitata da una categoria professionale (i critici) e riveste carattere pubblico: è svolta affinché sia conoscibile dal pubblico generalizzato. I canali naturali della diffusione della critica sono i mezzi di comunicazione di massa; essi fanno della critica un vero e proprio genere giornalistico."

 

E nella sua definizione di Critico:

"Un critico è un esperto che esercita la critica d’arte o letteraria per professione. Collabora a una testata giornalistica analizzando libri, spettacoli od opere d'arte. L'articolo scritto da un critico prende il nome di recensione.

 

Per critica artistica si intendono l'insieme di strumenti teorici, contenuti e studi, dedicati alla valutazione di un prodotto artistico. La critica letteraria, la critica cinematografica, la critica teatrale, la critica fumettistica e la critica musicale si interessano rispettivamente di letteratura, cinematografia, teatro, fumetto e musica."

 

Come dice bene Pilots, se non si hanno delle basi importanti, l'opinione del tipochenonsaproprioniente non conta nulla, perché non conosce il genere, perché non conosce le meccaniche facente parti quel genere specifico, perché non può effettuare delle comparazioni con quanto è distribuito all'interno del mercato sempre facendo riferimento al genere.

In altre parole il tipochenonsaproprioniente non può fare recensioni professionali per comunicare ALLA MASSA (come sopra, tale attività riveste carattere pubblico: è svolta affinché sia conoscibile dal pubblico generalizzato) cosa è presente e cosa no all'interno del titolo.

 

Io ad esempio non potrei mai e poi mai fare la recensione di un racing, anche giocandolo. Potrei dire la mia, ma varrebbe nulla in quanto non ho esperienze con altri titoli simili.

Qualora io volessi cominciare e cercassi il titolo più adatto alle mie esigenze dovrei affidarmi al professionista. Colui che rende conoscibile il prodotto al pubblico generalizzato.

Il recensore.

 

L'istruzione, in questi casi, viene con l'esperienza.

 

Poi c'è l'arte, che NON è sempre presente. Non tutti i giochi sono arte, dopotutto.

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Ospite Utente cancellato 260
APPUNTO.

Il fatto che tu creda che si debba giungere alla stessa conclusione lo trovo francamente disarmante ed in netto contrasto con ciò che rende bella l'arte, ossia l'interpretazione.

 

Come diceva [uSER=260]@laikacomehome[/uSER], praticamente non vuoi nient'altro che un circlejerk di persone che se la cantano e se la suonano da soli, parlando tutti la stessa lingua.

Questa è la morte dell'innovazione.

Ed i tipichenonsannouncazzo possono essere anche loro quelli a dettare le regole del linguaggio, quindi è assolutamente discutibile che la loro opinione valga meno.

 

Esempio lampante? Quarto Potere.

Quando uscì non fu acclamato dalla critica come lo è oggi. Anzi.

Il film è considerato uno dei migliori di sempre proprio perchè Orson Wells ha usato un linguaggio che non rispettava il linguaggio comune, diventando fondamentalmente la base dei moderni.

 

Ora immagina una robba del genere per i videogiochi (come se poi fosse possibile viste le infinite variabili con cui il media si può iterare) o per l'arte in generale.

 

Credere che ci debbano essere le regole per poterne parlare è da elitaristi che, inevitabilmente, vanno in contrasto con la possibilità di innovare, punendola nel caso fosse presente.

 

 

Io sono contento TUTTI possano unirsi alla conversazione.

Se uno avesse necessità del circlejerk dove ognuno la pensa allo stesso modo (che è quello richiesto da te), ha sempre possibilità di farlo.

 

I linguaggi non sono oggettivi, se non quello matematico.

Il tutto si riduce a questo. Dire che Quarto Potere, The Last of Us, Halo, quello che ti pare, siano oggettivamente capolavori è un'affermazione falsa.

Perchè i linguaggi variano nel tempo e ciò che può essere capolavoro oggi può non esserlo domani.

E lo dico da persona che nell'altro topic ha definito RDR2 un capolavoro eh...

Io sono contrario a qualsiasi opinionismo che sussuma la bontà di ciò che si dice sulla base di una qualifica pregressa di chi si sta esprimendo.

Mi sforzo di accettare i vari bollini borghesi della società perché altrimenti sarebbe una babele (quindi per ragioni pratiche, come certificazione di aver compiuto un determinato percorso), ma quando si parla di arte anche no, grazie.

Penso che a tutti piaccia leggere un'opinione ben argomentata, colta, che lasci un qualcosa in una discussione, ma i timbri lasciamoli agli uffici postali.

Questo significa che bisogna aver "studiato" (anche in senso di essersi confrontati con altri medium), non che possa parlare solo chi ha un pezzo di carta in mano o che il critico abbia sempre ragione, a prescindere.

 

Che le stesse categorie di analisi subiscano una evoluzione nel corso del tempo è sacrosanto, infatti.

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Ospite Utente cancellato 61

Io sono contrario a qualsiasi opinionismo che sussuma la bontà di ciò che si dice sulla base di una qualifica pregressa di chi si sta esprimendo.

Mi sforzo di accettare i vari bollini borghesi della società perché altrimenti sarebbe una babele (quindi per ragioni pratiche, come certificazione di aver compiuto un determinato percorso), ma quando si parla di arte anche no, grazie.

Penso che a tutti piaccia leggere un'opinione ben argomentata, colta, che lasci un qualcosa in una discussione, ma i timbri lasciamoli agli uffici postali.

Questo significa che bisogna aver "studiato" (anche in senso di essersi confrontati con altri medium), non che possa parlare solo chi ha un pezzo di carta in mano o che il critico abbia sempre ragione, a prescindere.

 

Che le stesse categorie di analisi subiscano una evoluzione nel corso del tempo è sacrosanto, infatti.

Ma io non penso si debba studiare ma avere un minimo di cultura videoludica per potere avere un minimo di senso critico. Come detto, a chiunque non abbia un minimo di cultura e non dico aver studiato storia della arte, la Gioconda può apparire come un quadro da due soldi senza sapere gli studi che ci sono attorno al quel quadro come lo sfumato Leonardesco e la prospettiva aerea. Io non ho studiato storia dell'arte ma facendo un concorso che riguarda tutt'altro ho imparato ste cose.Questo per dire che l opinione di tutti è sacrosanta ma chi è lì e recensisce un titolo un quadro o chicchessia deve avere un minimo di conoscenza per non apparire un cazzone all'utenza che lo segue.

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APPUNTO.

Il fatto che tu creda che si debba giungere alla stessa conclusione lo trovo francamente disarmante ed in netto contrasto con ciò che rende bella l'arte, ossia l'interpretazione.

 

Come diceva [uSER=260]@laikacomehome[/uSER], praticamente non vuoi nient'altro che un circlejerk di persone che se la cantano e se la suonano da soli, parlando tutti la stessa lingua.

Questa è la morte dell'innovazione.

Ed i tipichenonsannouncazzo possono essere anche loro quelli a dettare le regole del linguaggio, quindi è assolutamente discutibile che la loro opinione valga meno.

 

Esempio lampante? Quarto Potere.

Quando uscì non fu acclamato dalla critica come lo è oggi. Anzi.

Il film è considerato uno dei migliori di sempre proprio perchè Orson Wells ha usato un linguaggio che non rispettava il linguaggio comune, diventando fondamentalmente la base dei moderni.

 

Ora immagina una robba del genere per i videogiochi (come se poi fosse possibile viste le infinite variabili con cui il media si può iterare) o per l'arte in generale.

 

Credere che ci debbano essere le regole per poterne parlare è da elitaristi che, inevitabilmente, vanno in contrasto con la possibilità di innovare, punendola nel caso fosse presente.

 

 

Io sono contento TUTTI possano unirsi alla conversazione.

Se uno avesse necessità del circlejerk dove ognuno la pensa allo stesso modo (che è quello richiesto da te), ha sempre possibilità di farlo.

 

I linguaggi non sono oggettivi, se non quello matematico.

Il tutto si riduce a questo. Dire che Quarto Potere, The Last of Us, Halo, quello che ti pare, siano oggettivamente capolavori è un'affermazione falsa.

Perchè i linguaggi variano nel tempo e ciò che può essere capolavoro oggi può non esserlo domani.

E lo dico da persona che nell'altro topic ha definito RDR2 un capolavoro eh...

Non sono per nulla d'accordo.

 

Una persona istruita su quello di cui si sta usufruendo sarà SEMPRE più capace di fare una critica professionale rispetto a uno preso a caso dalla strada. Perchè le probabilità che prenda un abbaglio o una cantonata sono NOTEVOLMENTE inferiori. Quello preso dalla strada di certo allo stesso tempo non è uno che avrebbe detto che Quarto Potere a suo tempo fosse un capolavoro a dispetto della critica specializzata, quindi questi esempi che stai portando non c'entrano nulla con la discussione centrale: Le qualifiche dei critici professionisti che fanno di questo il loro lavoro

Per me i professionisti del settore DEVONO avere nozioni e conoscenze adatte per il loro lavoro, altrimenti come pretendi di comunicare alla massa attraverso le recensioni? Non sei più un critico per definizione, sei un pincopallo chiunque, tanto valo che invece di leggere tale recensione chiedo direttamente agli amici.

 

Su questo personalmente non mi smuovo, la vediamo diversamente, passiamo avanti.

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Io sono contrario a qualsiasi opinionismo che sussuma la bontà di ciò che si dice sulla base di una qualifica pregressa di chi si sta esprimendo.

Mi sforzo di accettare i vari bollini borghesi della società perché altrimenti sarebbe una babele (quindi per ragioni pratiche, come certificazione di aver compiuto un determinato percorso), ma quando si parla di arte anche no, grazie.

Penso che a tutti piaccia leggere un'opinione ben argomentata, colta, che lasci un qualcosa in una discussione, ma i timbri lasciamoli agli uffici postali.

Questo significa che bisogna aver "studiato" (anche in senso di essersi confrontati con altri medium), non che possa parlare solo chi ha un pezzo di carta in mano o che il critico abbia sempre ragione, a prescindere.

 

Che le stesse categorie di analisi subiscano una evoluzione nel corso del tempo è sacrosanto, infatti.

Per me assolutamente no, prendi chiunque non abbia alcune istruzione artistica e ti dirà che tutti i quadri della storia dell'arte sono merda, questi sono fatti oggettivi ed è quello che accade quotidianamente.

 

Ripeto, l'arte per essere apprezzata ha bisogno di un osservatore istruito? Perchè lo dico? Perchè è successo a me personalmente, prima di studiare storia dell'arte e tutto quello che c'è dietro ero riluttante e tutto quello che vedevo per me era merda.

 

E non sto parlando di pezzi di carta, qualora vogliate volgere il discorso su questa manfrina qui, parlo di conoscenza acquisita a prescindere dal certificato.

 

Non è che un critico non possa sbagliare, infatti, ma le probabilità che dica qualcosa di completamente insensato sono drasticamente inferiori rispetto a gigino delle albicocche di fronte casa mia.

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Ospite Utente cancellato 260
Ma io non penso si debba studiare ma avere un minimo di cultura videoludica per potere avere un minimo di senso critico. Come detto, a chiunque non abbia un minimo di cultura e non dico aver studiato storia della arte, la Gioconda può apparire come un quadro da due soldi senza sapere gli studi che ci sono attorno al quel quadro come lo sfumato Leonardesco e la prospettiva aerea. Io non ho studiato storia dell'arte ma facendo un concorso che riguarda tutt'altro ho imparato ste cose.Questo per dire che l opinione di tutti è sacrosanta ma chi è lì e recensisce un titolo un quadro o chicchessia deve avere un minimo di conoscenza per non apparire un cazzone all'utenza che lo segue.
Mmm. Dire che la Gioconda è stata dipinta nell'anno X con la tecnica Y non sarebbe critica però, ma divulgazione.

Critica sarebbe invece voler spiegare a un pubblico, più o meno ampio, perché la Gioconda è un quadro di fondamentale valore, giudicandola.

Il problema è, per dirla con Kant, che la realtà percepita è fenomenica, quindi viene filtrata dalle categorie di senso e unificata dall'Io. Quindi non è e non può essere una formulazione descrittiva, ma anche e soprattutto interpretativa.

E il "filtro" non deve essere squisitamente tecnico, e né se lo fosse condurrebbe a un risultato necessariamente più appagante.

 

Io credo, semplicemente, che un'opinione debba essere interessante. Tutto qui.

Ma è difficile parlarne qua sopra. :asd:

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Ospite Utente cancellato 61

Mmm. Dire che la Gioconda è stata dipinta nell'anno X con la tecnica Y non sarebbe critica però, ma divulgazione.

Critica sarebbe invece voler spiegare a un pubblico, più o meno ampio, perché la Gioconda è un quadro di fondamentale valore, giudicandola.

Il problema è, per dirla con Kant, che la realtà percepita è fenomenica, quindi viene filtrata dalle categorie di senso e unificata dall'Io. Quindi non è e non può essere una formulazione descrittiva, ma anche e soprattutto interpretativa.

E il "filtro" non deve essere squisitamente tecnico, e né se lo fosse condurrebbe a un risultato necessariamente più appagante.

 

Io credo, semplicemente, che un'opinione debba essere interessante. Tutto qui.

Ma è difficile parlarne qua sopra. :asd:

Io mi riferivo più alle recensioni che alle opinioni ma cmq ho capito che intendi👍

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Ospite Utente cancellato 260

Non sono per nulla d'accordo.

 

Una persona istruita su quello di cui si sta usufruendo sarà SEMPRE più capace di fare una critica professionale rispetto a uno preso a caso dalla strada. Perchè le probabilità che prenda un abbaglio o una cantonata sono NOTEVOLMENTE inferiori. Quello preso dalla strada di certo allo stesso tempo non è uno che avrebbe detto che Quarto Potere a suo tempo fosse un capolavoro a dispetto della critica specializzata, quindi questi esempi che stai portando non c'entrano nulla con la discussione centrale: Le qualifiche dei critici professionisti che fanno di questo il loro lavoro

Per me i professionisti del settore DEVONO avere nozioni e conoscenze adatte per il loro lavoro, altrimenti come pretendi di comunicare alla massa attraverso le recensioni? Non sei più un critico per definizione, sei un pincopallo chiunque, tanto valo che invece di leggere tale recensione chiedo direttamente agli amici.

 

Su questo personalmente non mi smuovo, la vediamo diversamente, passiamo avanti.

 

Guarda, io sono entrato nella discussione proprio perché parlavate di laurea per discutere di videogiochi.

E infatti ho scritto che sarebbe un'assurdità chiedere il bollino a qualcuno per saggiare la bontà della sua opinione: il rischio è quello di creare il circoletto in cui ci si spalleggia a vicenda con le opinioni qualificate.

Chiusa questa parentesi, visto che ora stiamo discutendo d'altro, è chiaro che l'uomo della strada e quello acculturato abbiano due livelli di consapevolezza diversa, perché lo studio ci rende capaci di interpretare la realtà in maniera più profonda.

La nostra divergenza è dovuta al fatto che per te il critico deve avere delle conoscenze specifiche e ben determinate, a me ciò che importa è che la sua opinione sia interessante e argomentata. Questo indipendentemente dal "filtro" specifico che applica alla sua riflessione, al suo bagaglio di conoscenze insomma.

Perciò la mia contrapposizione non è tra il tizio che non sa niente e il critico ultrapreparato, ma valuto le sfumature del reale.

 

Faccio un ultimo esempio, per farmi capire meglio. Nel libro di Bittanti (nominato proprio ieri) su GTA c'è un saggio - critico - molto interessante di Kiri Miller.

Kiri Miller è una etnografa, e ha impostato tutta la sua argomentazione dal punto di vista della propria materia, applicandola a GTA San Andreas.

Identifica perciò il videogiocatore come turista, la "vera" popolazione delle città Rockstar come un reflusso degli sviluppatori stessi e la conquista spaziale dei quartieri come un'azione ironicamente imperialista.

Non credo che Kiri Miller abbia mai studiato Game Design, o partecipato a una produzione videoludica, o scritto una linea di codice: in tutta onestà, non so nemmeno quanto giochi, se giochi ancora e via dicendo. Però la sua opinione, che era critica pura è stata molto più interessante da leggere che un lungo sproloquio tecnico, o sugli aspetti che compongono il linguaggio e nemmeno mi interessava, alla fine, quanto fosse ampio il suo grado di consapevolezza delle singole fasi che compongono il linguaggio dei videogiochi.

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Inviato (modificato)

Mmm. Dire che la Gioconda è stata dipinta nell'anno X con la tecnica Y non sarebbe critica però, ma divulgazione.

Critica sarebbe invece voler spiegare a un pubblico, più o meno ampio, perché la Gioconda è un quadro di fondamentale valore, giudicandola.

Il problema è, per dirla con Kant, che la realtà percepita è fenomenica, quindi viene filtrata dalle categorie di senso e unificata dall'Io. Quindi non è e non può essere una formulazione descrittiva, ma anche e soprattutto interpretativa.

E il "filtro" non deve essere squisitamente tecnico, e né se lo fosse condurrebbe a un risultato necessariamente più appagante.

 

Io credo, semplicemente, che un'opinione debba essere interessante. Tutto qui.

Ma è difficile parlarne qua sopra. :asd:

Mettere in mezzo proprio Kant che parla di come il giudizio estetico (Il "Bello" artistico) sia per lui una cosa oggettiva e non soggettiva (a differenza del "Gusto") non mi sembra una mossa saggissima... :asd:

 

In realtà il pensiero di Kant è proprio quello che seguo a riguardo. Il Piacere che è determinato dal gusto deve arrivare dopo il giudizio estetico in sè per sè che è oggettivo e universale.

[automerge]1592246978[/automerge]

A tal riguardo appunto, cito questo pezzo di un articolo che ho trovato sul sito della treccani

L’esperienza della bellezza rientra pertanto nel campo dell’esperienza estetica, o in altre parole, il giudizio di gusto è un particolare tipo di giudizio estetico. Cosa distingue a questo punto la bellezza da un oggetto semplicemente piacevole? In cosa l’esperienza della bellezza si distacca da quella semplicemente estetica? Quale peculiarità risveglia il piacere del bello nel soggetto? L’esperienza della bellezza è in primis un’esperienza di purezza, o per dirla con Kant, un’esperienza disinteressata. La facoltà di desiderare non deve giocare alcun ruolo nell’esperienza della bellezza, non si deve in altre parole permettere che il giudizio di gusto venga contaminato da un’inclinazione, ovvero da un interesse verso l’oggetto. D’altronde, se il piacevole si definisce come ciò che piace ai sensi, questo tipo di godimento sarà un godimento interessato all’esistenza dell’oggetto e al suo possedimento. La bellezza richiede invece pura contemplazione e già in questo modo Kant inizia l’intricato percorso di distinzione della bellezza, nonostante la sua natura strettamente estetica, dal dominio del mero godimento sensibile, dell’inclinazione e del desiderio. Già la richiesta di una contemplazione estetica di contro al godimento del piacevole apre la via a questa ricerca di unità tra ambito estetico e speculativo che troverà la sua massima realizzazione nel dominio della bellezza. Una tale considerazione permette, infatti, di implicare che, se la bellezza è contemplazione disinteressata, essa si pone in un gradino più alto rispetto al mero soggettivismo che caratterizza il piacevole nel dilettare i sensi.

 

Per me un critico deve far questo. Saper prescindere da ciò che piace da ciò che è "bello", cercando di indicare alla massa il giudizio riguardante il secondo, non il primo.

Modificato da PilotsGamer99
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Ospite Utente cancellato 260

Mettere in mezzo proprio Kant che parla di come il giudizio estetico (Il "Bello" artistico) sia per lui una cosa oggettiva e non soggettiva (a differenza del "Gusto") non mi sembra una mossa saggissima... :asd:

 

In realtà il pensiero di Kant è proprio quello che seguo a riguardo. Il Piacere che è determinato dal gusto deve arrivare dopo il giudizio estetico in sè per sè che è oggettivo e universale.

 

Infatti io non ho mai parlato di bello e brutto, né ho mai nominato il giudizio di valore.

Non per nulla è la critica della ragion pura che stavo prendendo in considerazione, non quella del Giudizio.

Kant afferma che la realtà esiste nella misura in cui è percepita dalle categorie (trascendentali) e interpretata dall'Io.

Quindi l'interpretazione è un attività di consapevolezza del singolo.

A me importa che il risultato finale susciti una riflessione, non che chi sta interpretando adotti un filtro apposito (conoscenza game design, abilità gameplay, storia dei videogiochi eccetera).

Ad esempio, sarei molto più contento di uno psicologo che scrive un'analisi critica di The Last of Us che di un giornalista generalista "critico" di videogiochi, pure con il bagaglio completo, il pacchetto all-inclusive.

Proprio perché della realtà cogliamo tutti sfaccettature diverse in base alle nostre conoscenze.

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