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Street Fighter 30th Anniversary Collection


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Se qualcuno dovesse chiedermi: “qual’è il tuo videogioco preferito di tutti i tempi?” probabilmente la mia risposta sarebbe: “The Legend of Zelda A Link to the Past!”.

 

 

Il terzo episodio della saga di Zelda fu probabilmente la mia prima vera avventura virtuale. Era l’estate del 1995, avevo appena finito gli esami di terza media e questo inaspettato regalo mi segnò per sempre. Mai prima di ALTTP mi era capitato di “vivere” all’interno di un videogioco, di appassionarmi ad una storia e di desiderare di esplorare un mondo vasto, ispirato e variegato come quello che questa magica cartuccia per SNES racchiudeva in sé.

 

Se però qualcuno dovesse chiedermi: “Qual’è stato il videogioco che ha cambiato la tua vita? Che ti ha fatto capire che i videogiochi sarebbero stati parte di tutta la tua esistenza?” la mia risposta è una sola:

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Il picchiaduro di Capcom ha rappresentato per me un momento di svolta.

 

Lo conobbi nella sala giochi di Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno, nel Luglio del 1991. Avevo 10 anni.

 

Quando entrai in quella sala giochi, dopo essermi fatto strada tra orde di delinquenti, vidi in mezzo ad una coltre di fumo peggiore della nebbia di “The Mist” (al tempo si poteva fumare ovunque), il mitico cabinato.

 

E si, mi colpì per la grafica. “C’erano i cartoni animati dentro il videogioco” – questa fu la prima cosa che il piccolo Alvise pensò.

C’era l’eroe caratteristico (Ryu), il suo rivale, il militare che sparava i “boomerang”, la ragazza con le gambe superveloci, il tizio che si allunga, “Hulk elettrico” , il ciccione con le “mille mani”….

 

Pensate cosa poteva significare tutto ciò per un bambino.

 

Fu lì che capii che i videogiochi avrebbero per sempre fatto parte della mia vita.

 

Tra l’altro proprio grazie a Street Fighter 2 iniziai a leggere la stampa specializzata: l’anno successivo infatti, ebbi gli esami di quinta elementare e dopo l’estate, andando a comprare le sigarette in edicola per mia madre, vidi un giornale con Tazmania in copertina. C’erano anche raffigurate le console sulla parte sinistra.

 

Poi , lessi: “Street Fighter 2”

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E’ stata la mia prima rivista di videogiochi. Ne conservo ancora un caro ricordo.

 

RECENSIONE STREET FIGHTER 2 CONSOLEMANIA

 

Quindi sì, posso affermare senza remore che il picchiaduro di Capcom, il suo capolavoro per eccellenza, ha decisamente segnato la mia vita, poiché mi ha spinto in una determinata direzione che mi ha portato ad appassionarmi a questo fantastico media quali sono i videogiochi. Probailmente senza Street Fighter 2 e Consolemania (ne approfitto per salutare tutta la redazione, se mai qualcuno degli ormai quarantenni membri dello staff dovesse leggere questo articolo) non sarei qui a parlare con voi oggi.

 

Vi lascio dunque immaginare il mio entusiasmo per l'uscita di questa mega collection di tutti i capitoli del brand:

 

 

 

Voi la prenderete?

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