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Un titolo che vi ha cambiato tutto


Ospite Utente cancellato

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1987: a sei anni mio cugino, sette anni più grande di me, normie del cazzo e dedito alla fagiana, decide di regalarmi il suo Commodore 64. Giochi di calcio e sportivi vari. Due coglioni abominevoli. Il caro Chicco (così lo chiamavo) in realtà aveva anche cassette con altri giochi, ma mi perculava ogni volta che provavo ad esplorarle. Mi faceva, seppur scherzosamente, pesare il mio essere nerd. Mi chiamava Rubbia ogni volta che mi vedeva leggere o interessarmi a qualcosa che non fossero cose “da fighi”. Al mio settimo compleanno però mi regalò la cassetta di Dragon’s Lair, dicendo che l’aveva vista in sala giochi ed era molto bello da vedere.

Ovviamente, profano del mondo nerd, non sapeva che la versione per C64 non era proprio uguale al laser game da sala, ma, nonostante lo shock iniziale per la parte visiva, passammo settimane assieme a (provare a) giocarci. Da lì qualcosa cambiò. Negli anni successivi riuscii a farlo giocare ad un sacco di titoli (mi vengono in mente Sword of Honour su Amiga, Turrican 2, Rainbow Island, Ye Air Kung Fu, Super Mario Bros 3)non proprio conformi ai suoi gusti e a vedere con lui tutte le puntate dei Cavalieri Dello Zodiaco.

Quindi sì, direi che Dragon’s Lair per Commodore 64 ci fece avvicinare, nonostante le profonde differenze dei nostri modi di essere.

Adesso vive a Brescia e ha un figlio. L’ultima volta che mi è venuto a trovare (nel 2014) ho regalato a suo figlio di 7 anni il mio giocattolo preferito quando avevo circa la sua età, un Heman della Mattel.

A voi è capitato che in videogioco vi abbia permesso di fare nuove amicizie e/o vi abbia riavvicinato a qualcuno?

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Kick Off 2. Organizzammo un campionato a Torino con un giocatore per ogni squadra della serie A. Editando le squadre mettemmo ad ognuna i nomi dei giocatori reali e anche i valori dei vari parametri caratteristici (con un limite massimo di punti da distribuire). Tattiche da fare con Player Manager ad alcuni vincoli (non gol se non si vedeva la linea dell’area, non era ancora l’era dell’I can fly di Gianni Torchio). Tutti i lunedì sera giocavamo in un locale affittato dalle 20:30 alle 24:00 le varie partite della giornata. Ognuno aveva un suo stile ed i suoi schemi. Ancora oggi resta di gran lunga il miglior gioco di calcio della storia ed ancora oggi vedo alcuni degli amici conosciuti in quella magica stagione.
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