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AstroMaSSi

Survivor
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  1. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: DEADLY PREMONITION ORIGINS (SWITCH) Input pro: Narrativamente oltre l’eccellenza, nel mito Riesci a sentire la città è le persone come “vive” Personaggi stratosferici Bello da giocare, da respirare, da ricordare Qui c’è Leggenda Input prot: Graficamente non al top, ma caratterizzato e adeguato Qualche bug che stoppa il gioco è manda in palla la console di trova. Guidare la macchina è inizialmente faticoso (ma non disastroso come si dice) Commento finale: Deadly Premonition Origins è, come noto, un gioco divisivo. In questo caso in maniera poco comprensibile, perché ci troviamo di fronte ad un capolavoro assoluto, un titolo che merita in pieno di essere Leggendario, uno dei più grandi videogames di tutti i tempi. Cosa contribuisce a rendere immortale questo titolo? Tutto, anche la sua forma imperfetta, i suoi spigoli non lucidati che fanno brillare di luce eterna tutto il resto. Lo fa un protagonista carismatico e speciale, un protagonista pienamente eroe e pienamente ed inaspettatamente fragile. Lo fa un cast di coprotagonisti di enorme spessore e qualità scenica. Lo fa una colonna sonora che non potrebbe essere più evocativa e centrata sul gioco, con pezzi che ti fanno respirare la malattia che si nasconde nel gioco, in Greenvale. Lo fa una scrittura della storia di qualità enorme, ispirata da titolo come Twin Peaks ma capace addirittura di superarlo in tanti aspetti. Lo fanno le sensazioni che trasmette, la grandiosità di certe scene, la grandiosità del tutto, il sentire la città come viva, piena di cose da fare e da scoprire, di cose da vivere e sentire, hai la sensazione che tutto potrebbe continuare in eterno. Dal punto di vista ludico si tratta di un survival horror, con parti giocare relativamente poco rifinite ma comunque efficienti, parti di “guida” rozze ma comunque funzionali al gioco, presenza di bug che ogni tanto interrompono la partita, come I fuori sincrono del parlato con la grafica, come un dettaglio grafico da PS2 che per la magia del tutto non fanno altro che risultare assolutamente adeguati, da non farti desiderare altro. Il giocatore si trova ad esplorare una mappa che comprende la cittadina di Greenvale ed i suoi dintorni, con aree dove poter “pescare” ed una serie di missioni secondarie legate ad eventi particolari che si possono non sbloccare ma sono importanti per dare ancor più profondità alla storia. Tra le varie ricerche ed avventure ci saranno le missioni principali, che sono ambientate in aree chiuse dove si penetra in una sorta di oltremondo popolato da varie specie di zombie, dove ci troveremo ad affrontare dei livelli pienamente horror, con limiti e pregi tipici del genere. Il tutto inframezzato da scene ispiratissime e molto particolari, a volte profondamente macabre. Qui c’è una magia che pervade il tutto e ti accompagna per mano dall’inizio alla fine, chi saprà abbandonarsi al flusso del gioco incontrerà un gioco che non potrà mai dimenticare, personaggi che si incastoneranno indelebilmente nel ricordo da farti pensare che di non aver mai visto un cast così potente. Dall’inizio alla fine non ci sarà mai un punto di debolezza, mai un punto dove sarete delusi. E questo gioco, se non siete tra quelli già rapiti dalla sua grandezza, con l’opportuna apertura mentale diventerà il vostro cult. Per sempre. Giudizio finale: ASSOLUTAMENTE SI
  2. Il primo, come atmosfera generale l’ho preferito a HK, a livello di difficoltà un po’ più facile di HK. Sono probabilmente uno dei pochi che preferisce Ori (di poco, grandissimi giochi entrambi).
  3. Comunque è da giocare, non è il primo ma resta un gran pezzo di software.
  4. No, puoi tranquillamente giocarlo come episodio a se stante, anche se ti perdi alcuni riferimenti.
  5. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: DEADLY PREMONITION 2: A BLESSING IN DISGUISE (SWITCH) Input pro: Storia intrigante e malata, struttura narrativa eccellente Personaggi grandiosi e ben caratterizzati Il tono del gioco e dei dialoghi è assolutamente fuori quota per le normali produzioni videoludiche, la classe autoriale è innegabile Si gioca volentieri e non annoia, ti costringe ad arrivare alla fine è ad apprezzare le tante citazioni e peculiarità Input prot: La città è troppo vuota, manca un pieno senso di esistenza al di là del gioco, si poteva fare di più Ovviamente ci sono bug, rallentamenti e lunghi caricamenti, anche al di là di quanto era lecito attendersi. Niente di insopportabile ma comunque fastidioso. Il livello di difficoltà è molto basso Commento finale: Deadly Premonition 2, come il suo predecessore, è un gioco divisivo, che contiene elementi per amarlo alla follia ed elementi per detestarlo se non vieni rapito dal suo mondo. Innanzitutto la scrittura della storia, le musiche, l’atmosfera, sono assolutamente fuori scala, di altissima qualità. Questo comporta un fascino speciale che viene trasmesso dai personaggi, da come sono presentati, dai dialoghi sempre ad un passo, se non oltre l’assurdo. La stessa scrittura ed il tono della storia non replicano pedissequamente il percorso del primo gioco, ma hanno un carattere diverso, che si sposta in un territorio affine al noir, con dei bei salti temporali che spostano il focus del gioco da fasi più ludiche ad altre più sceneggiate, da York a Zack. Anche lo spostamento nella città è facilitato dall’implementazione dello skateboard, che si riesce ad utilizzare con facilità e dal taxi, che consente di ridurre il tempo necessario per gli spostamenti. A tutti questi aspetti positivi si affiancano aspetti negativi, che vanno al di là della inutile polemica sulla grafica, che non penalizza in alcun modo la godibilità del gioco ma ne è parte stilisticamente apprezzabile ed idonea; gli aspetti negativi sono i caricamenti eccessivamente lunghi, la presenza di alcuni bug che bloccano il gioco, soprattutto il carattere “vuoto” di Le Carrè, che fallisce nel tentativo di introdurre un ambiente realmente vivo, per scadere nell’artificiale; aspetti secondari ma che impediscono al gioco di diventare epocale. Le fasi survival horror restano semplici (la meccanica di combattimento è discreta e non eccessivamente difficile da padroneggiare) sono degli intermezzi di combattimento tra i punti realmente interessanti del gioco, ovvero tutte le fasi di dialogo, investigazione, ricerca, che vengono affiancati da alcuni minigiochi divertenti e gradevoli, in particolare lo shooter in barca. Complessivamente quindi ci troviamo di fronte ad un gioco meraviglioso per chi apprezza la costruzione di una storia, la narrativa videoludica, avere a che fare con personaggi di spessore: personalmente è stato un gioco che ho profondamente amato, con personaggi che mi resteranno nel cuore, una storia e dialoghi fantastici. Ma non posso non rilevare che i difetti del gioco non lo rendono un capolavoro assoluto se non per alcuni giocatori come me. Ne vorrei subito un altro... Giudizio finale: SI
  6. Per Paper Mario aspetto... a prezzo pieno non lo prendo
  7. +1 Deadly Premonition 2: A Blessing In Disguise
  8. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: MARK OF THE NINJA - REMASTERED (SWITCH) Input pro: Meccaniche stealth perfettamente integrate in un platform 2D Ottimo gusto grafico sia nel gioco che negli intermezzi. Livelli non banali e variamente interpretabili Lunghezza adeguata al costo (circa 6 ore di gioco, in caso si voglia trovare tutto si possono raddoppiare) Input prot: A volte i comandi sono “impegnativi” Finisce Commento finale: Questo è un gioco bellissimo. Senza giri di parole, è il miglior stealth 2D che abbia mai visto, discretamente impegnativo ma non troppo difficile da risultare ostile (per i più attenti al livello di difficoltà si può rigiocare a difficoltà superiore una volta terminato), divertente, ben disegnato sia a livello grafico che di game design. Il gioco, diviso in lunghi livelli, vede il protagonista combattere contro avversari via via più forti, da normali guardie ad altri ninja, cercando di sfruttare le sue doti e le sue armi per distrarre, superare ed uccidere gli avversari. La raccolta di pergamene nascoste, l’uccisione degli avversari con tecniche adeguate e ben eseguite permettono di ottenere punteggi elevati e di sbloccare dei punti speciali che possono essere usati per acquistare vari potenziamenti, tra cui stili di uccisione che consentono di assassinare gli avversari in maniera ancora più letale, armi speciali per uccidere a distanza, oggetti utili per distrarre gli avversari o attirarli in trappola. Le scene di intermezzo sono ben disegnate, in certi momenti sembra di rivedere dei pezzi di Dragon’s Lair o Space Ace per lo stile usato dai bravi grafici; una nota un poco meh è l’aspetto occidentale dei protagonisti, ed il parlato inglese, che parlando di ninja lascia un po’ straniti, ma vista la qualità del gioco va bene così. Una volta terminato il gioco si sblocca una modalità “difficile” che consente di riaffrontare il gioco con avversari più forti ma mantenendo i miglioramenti raccolti nella prima run. Da segnalare una setta difficoltà nelle fasi di arrampicata sui muri, dove in qualche occasione è ostico spostarsi su di una superficie diversa e si sbaglia spesso per una imperfetta calibrazione dei comandi in alcune specifiche occasioni, niente di gravissimo ma comunque un fastidio che potrebbe costringere a dover rifare una sezione per un errore che impedisce di ottenere qualche obiettivo: il gioco infatti in ogni livello ha anche degli obiettivi specifici da rispettare per raccogliere punti (non farsi scoprire, uccidere in maniera particolare in certo numero di avversari e altro) Complessivamente il giudizio finale non può che essere, come già detto, molto positivo. Il gioco non è lunghissimo ma davvero ben fatto, un titolo da avere, nel suo genere è il meglio. Giudizio finale: SI
  9. +1 Infini +1 Anodyne +1 Breathing Fear +1 Roombo: First Blood +1 Bubble
  10. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: RUINER (SWITCH) Input pro: Graficamente il gioco è ben fatto Il combattimento è strutturato e con una buona varietà di armi sia da vicino che da lontano Livello di difficoltà ben calibrato Input prot: C’è una certa ripetitività Storia che sa di già visto nell’ambito cyberpunk In generale il gioco difetta di personalità Commento finale: Ruiner è un discreto shooter, un prodotto In generale ben sviluppato sia dal punto di vista estetico che di struttura. Il protagonista, un uomo privato del libero arbitrio e della mente hackerata, trasformato in macchina da guerra, deve affrontare vari scenari, suddivisi in livelli, per ritrovare il fratello, apparentemente schiavo di una organizzazione malevola. La non troppo lunga (parliamo di 5/6 ore) avventura lo porterà, con una visuale isometrica un po’ alla Travis Strikes Again, ad affrontare vari livelli, boss ed ondate di avversari, ognuno caratteristico del livello e dotato di armi bianche o armi da fuoco di vario tipo e potenza. La battaglia sarà quindi, a scelta ed a seconda delle armi raccolte nei vari livelli, incentrata su uno dei due stili, con, in aggiunta, una serie di poteri speciali attivabili con i tasti dorsali o con quelli standard, che crescono con il livello di esperienza e possono essere liberamente attivabili in ogni momento, adattando i poteri agli avversari (abbiamo la possibilità di attivare scudi, granate stordenti, esplosivi, capacità curative ed altro ancora). Al crescere del livello si sviluppa inoltre una maggiore energia e salute, che serviranno nei livelli avanzati con gli avversari più impegnativi. I comandi sono a doppio stick, uno per il personaggio ed uno per direzionare la traiettoria di tiro, mentre i livelli si incrementano raccogliendo punti esperienza nascosti in alcune casse disseminate nei livelli o con uccisioni stilose e combo. Da segnalare inoltre un livello intermedio tipo hub dove potremo incontrare vari personaggi ed affrontare alcune sotto Quest poco sviluppate e molto basiche. Complessivamente il gioco è godibile, con un buon dettaglio grafico ed una buona serie di armi; l’atmosfera è alla Blade Runner, la storia basica e un po’ telefonata, divertente ma senza particolari picchi ne ludici ne narrativi, con poca varietà (il genere però è questo) e poche “genialate”, si può prendere a mio avviso se in offerta ma non è all’altezza di altri titoli di Devolver Digital. Giudizio finale: MANEGGIARE CON CURA
  11. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: THE WALKING DEAD SEASON 3 - A NEW FRONTIER (SWITCH) Input pro: - Scartavetra i coglioni molto meno della seconda stagione - Personaggi più azzeccati e meno pacco che nella seconda pessima stagione Input prot: - Restano i limiti del genere, dove le azioni del giocatore hanno poco impatto sul gioco sebbene la promessa sia quella di una storia influenzata dal giocatore - La struttura del gioco sempre quella è, i protagonisti incontrano qualcuno, qualcuno muore, poi ci sono gli zombie che saltano fuori da qualche anfratto improbabile, poi c’è la comunitá pseudo-fascista, poi il cattivo muore, poi un buono muore e ciao ciao a tutti. - In alcuni passaggi ci sono incongruenze di trama e forzature Commento finale: Dopo il disastro della seconda stagione la serie con la terza raddrizza un po’ una barca che cominciava ad affondare. I personaggi sono di livello migliore, suscitano più simpatia ed empatia, la storia meno assurdamente sfigata (sebbene la sfiga atavica sia sempre un elemento fondante della serie). La struttura della storia ed il gameplay restano sempre gli stessi, QTE e scelte di dialogo fra varie opzioni che dovrebbero orientare la trama e vestire il gioco sulle scelte del giocatore. Purtroppo questo è vero solamente in parte, visto che al di là di deviazioni sostanzialmente ininfluenti sulla trama la storia è già delineata e le scelte del giocatore comunque sfociano in un percorso narrativo predefinito. Ha davvero peso che muoia A piuttosto che B? Tutto sembra più forma che sostanza. Anche a livello macroscopico la struttura del gioco è fedele a se stessa e fondamentalmente ripetitiva, in fondo nelle varie stagioni si ripete sempre la stessa storia con passaggi simili e personaggi diversi ma che rappresentano le stesse categorie umane, come se fossimo di fronte a continui reboot. Di certo, al di là dei limiti del genere, questo titolo puó avere un certo interesse e non sfocia in voglia di prendere a calci in culo i personaggi tutti, soprattutto considerando il costo contenuto del gioco in offerta. Non per tutti e non un must, ma dignitoso. Giudizio finale: MANEGGIARE CON CURA
  12. Si, è proprio un more of the same.
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