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AstroMaSSi

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  1. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: JENNY LECLUE DETECTIVU (SWITCH) Input pro: - Ha stile da vendere ed una bella atmosfera stile anni ‘50 - I personaggi sono azzeccati, la storia intrigante Input prot: - Il gioco è solo il primo capitolo di una serie, il finale lascia un po’ così - È un walking simulator/visual novel, conseguentemente ha un livello di difficoltà quasi inesistente - È un prodotto con un target giovane, non potrà piacere a tutti Commento finale: Jenny LeClue è un gioco di avventura e formazione creato da Mografi, un piccolo sviluppatore che fa capo a Joe Russ e si occupa di grafica, pubblicità, fumetti e videogames. Questo titolo è il debutto assoluto nel settore gaming e tradisce l’origine dello sviluppatore. Infatti si tratta di una sorta di Walking Simulator/Visual Novel con un focus molto forte sulla caratterizzazione della grafica e della storia più che sul gameplay. Il risultato è molto interessante, per tanti aspetti positivi del gioco, tra tutti la brillante grafica stile anni ‘50, i personaggi molto riuscito anche se caricaturali, la qualità dei dialoghi. La storia si svolge in una cittadina qualunque della provincia americana, con tutti gli stilemi e modelli retorico tipici del genere e che molti potranno facilmente riconoscere, una cittadina dove si nascondono oscuri segreti e misteri, come in un film da adolescenti. Interessante anche la storia nella storia, la sovrastruttura del gioco che vede un primo livello dove troviamo un narratore/scrittore, il vero creatore della storia, preso dai tormenti di dover scrivere un nuovo libro di una serie che negli anni ha perso appeal sul pubblico e che deve subire le pressioni dell’editor per rendere più matura ed hard-boiled la storia, ancorata al suo passato di libro per bambini, un secondo livello che è la storia ed un livello intermedio dove si rompe la divisione tra le metastorie e si assiste all’interazione tra l’autore ed i suoi personaggi (già visto ma ben rappresentato). Purtroppo si devono riscontrare anche alcuni aspetti negativi, ovvero l’estrema facilità del gioco (dopotutto è un walking simulator), alcune parti un po’ lente ed una scelta che porta il gioco a finire “sospeso”, visto che si tratta del primo titolo di una serie, con conseguente retrogusto amaro nel giocatore. Questi aspetti non rendono il gioco negativo, ma prima di acquistarlo (e le tante cose belle del gioco lo meriterebbero) occorre scendere al compromesso di accettare un gioco molto semplice e di dover aspettare che escano i seguenti capitoli per lenire l’amaro in bocca di un titolo che finisci senza finirlo. Cosa che non ho per nulla apprezzato. La durata di questa prima puntata è stata di circa 8 ore, non brevissimo per fortuna, ore abbastanza divertenti e godibili anche solo per le scelte “filmiche” ed ambientali (bella l’idea dello scrittore e delle pressioni dell’editor). A livello di comandi si usano i tasti per le interazioni con l’ambiente i salti e le funzioni speciali di esplorazione, accoppiati all’uso della leva per camminare e di entrambe le leve in alcune sezioni legate a piccoli minigiochi. Complessivamente il titolo è riuscito per la parte artistica e di sceneggiatura, è più debole dal lato gameplay e con alcune scelte strutturali che mi hanno lasciato perplesso (ma anche in attesa del prossimo capitolo, visto che nonostante gli aspetti negativi mi è piaciuto). Quindi non può essere consigliato a tutti a cuor leggero ma solo a chi apprezza i giochi narrativi e quindi può accettare i limiti del gioco. Considerate comunque che gli aspetti positivi di cui vi ho parlato sono davvero di ottima qualità. A questo punto, personalmente, non posso far altro che aspettare il prossimo capitolo per vedere come procede la storia di Jenny e della cittadina di Arthurton. Giudizio finale: MANEGGIARE CON CURA
  2. Si, anche se ho trovato alcuni difetti. Dopo posto la recensione snack
  3. Jenny LeClue Detectivu (Switch) Nascosto Il Mio Gioco Da Mamma 2 (iPhone)
  4. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: PANG ADVENTURES (SWITCH) Input pro: - Il gioco funziona sia in singolo che in doppio, riesce a divertire - Graficamente semplice ma ben fatto - Rielabora positivamente e rende moderno un arcade classico Input prot: - La modalità storia è relativamente breve, anche se il prezzo è competitivo - Si tratta di un arcade, il gameplay è semplice e non ci si può aspettare una grande variabilità Commento finale: Pang Adventures è la rielaborazione di un titolo classico, Pang, reso più adatto ai tempi con la costruzione di una serie di modalità che lo rendono fruibile al di fuori delle meccaniche mangiasoldi dei classici prodotti arcade. Apparentemente titolo minore, se non fosse che, ancor prima di mostrare le sue qualità joycon alla mano, si può notare che lo sviluppatore è Pastagames, software house che ha prodotto in passato diversi titoli di buonissima qualità, come “Maestro! Jump In Music”, “Rayman Jungle Run”, “Pix’n Love Rush”. Ed in effetti le buone qualità dello sviluppatore si vedono in un titolo che riesce a rielaborare in versione moderna lo stile di un grande arcade, senza tradirne la natura e lo spirito, ma rendendo interessante il gioco ed apprezzabile a tutti grazie all’introduzione di modalità di gioco meno estremo rispetto alla vena hardcore degli arcade di una volta. La modalità storia, quella principale, prevede di affrontare in sequenza 6 diverse ambientazioni in giro per il mondo, in ognuna delle quali il giocatore dovrà superare 15 livelli entro un tempo limite. Progressivamente, al crescere dei livelli, si aggiungeranno elementi sempre più complessi, nuovi potenziamenti ed armi utili per far esplodere le bolle, perché lo scopo è sempre quello del gioco originale, far scoppiare tutte le bolle di un livello per passare a quello successivo. Dopo ogni scenario si dovrà affrontare in boss intermedio, sino ad arrivare quello finale (i boss sono, progressivamente, una evoluzione di quello affrontato in precedenza, aggiungendo via via nuove funzionalità sia di attacco che di difesa). Il gioco può essere affrontato in modalità singola o in cooperativa, ovviamente la modalità singola sarà più difficile da portare a termine, ma potendo rigiocare ogni livello senza vincoli con l’esperienza si potranno superare in relativa agilità e portare a termine il gioco in poco più di 5 ore. Una volta terminata la modalità storia se ne potranno sbloccare altre 2, una che ripropone i livelli di gioco in sequenza, con un serbatoio di 3 vite di riserva che può essere rimpinguato superando i livelli e raccogliendo punti; in questa modalità non ci sono peró limiti di tempo, rendendo il gioco meno frenetico. Per finire c’è una modalità “Panic”, un survival che lascia al giocatore solo 2 vite di riserva che va affrontato senza interruzione e propone ondate continue, sempre più complesse da affrontare, di bolle da far scoppiare. Complessivamente il gioco è pienamente riuscito, colorato, con una grafica ben fatta e chiara, divertente all’interno di un gameplay semplice ma efficace; poi, sia ben chiaro, non è un capolavoro o un titolo imprescindibile, ha uno spirito comunque arcade che non sarà idoneo per tutti i palati, e nonostante le varie modalità disponibili, non ha una durata elevatissima. Ma è bello vedere che titoli storici come Pang, con una giusta rivisitazione, possono essere attuali e fruibili anche oggi al di là del puro retrogaming nostalgico. Giudizio finale: SI
  5. Pang Adventures (Switch) Nascosto Il Mio Gioco Da Mamma 3 (iPhone)
  6. +1 Choices That Matter: And Their Souls Were Eaten [automerge]1610479843[/automerge] +1 Pang Adventures
  7. Si, la traduzione in italiano è un plus non indifferente. Ti confermo che vale davvero la pena giocarlo, non te ne pentirai (come anche il Conte comunque)
  8. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO - YUPPIE PSYCHO: EXECUTIVE EDITION (SWITCH) Input pro: - Concept e storia molto, molto brillanti - Lunghezza idonea per un prezzo giusto, finali interessanti! - Personaggi interessanti ed azzeccati Input prot: - Potrebbe non piacere la grafica stile 16 bit (a me è molto piaciuta) - Non semplice ma nemmeno impossibile Commento finale: Yuppie Psycho è un avventura grafica con elementi action, la nuova uscita di Baroque Decay su Switch dopo il già interessante (e molto) The Count Lucanor. E stavolta riescono ad andare oltre l’interessante per creare un grande gioco, per tanti validi motivi. Prima di tutto abbiamo una critica del mondo aziendale/capitalistico molto ben fatta, una rappresentazione di certo eccessiva e paradossale ma in cui si vedono chiaramente tanti degli aspetti negativi ed alienanti delle multinazionali, sfruttamento, spersonalizzazione, mancanza di etica, senso di inutilità che chi ha lavorato in certe aziende o ne è stato a contatto ben conosce, e questa rappresentazione è un qualcosa che regala al gioco originalità e una profondità sorprendenti. In tutto questo si innesta uno stile grafico 16-bit (Amiga style) che migliora quanto visto in Count Lucanor con ancora più qualità nella caratterizzazione dei personaggi, mantenendo anche altre caratteristiche già viste nel precedente titolo, aspetti che avvicinano il gioco alle avventure punta e clicca di Sierra e Lucasart. La storia è ricca di angoli e sorprese, di puzzle ben disegnati e con un buon livello di originaliltà, di fasi action impegnative senza essere frustranti, anche qui approfondendo e raffinando i punti forti del titolo precedente. Sempre gradevoli le scene di intermezzo e quelle finali stile anime, bella anche la possibilità di finire il gioco in modi molto diversi e con percorsi che divergono in alcuni punti chiave. I comandi del gioco restano semplici, si tratta di spostare il personaggio (che puó correre premendo un tasto) ed interagire con gli oggetti ed i personaggi. La lunghezza del gioco è attorno alle 8 ore, con la possibilità di rigiocarlo per cercare altri finali, ore intense e godibili. Complessivamente il gioco è molto riuscito, davvero bello, consigliabile a chi apprezza il genere ed anche ai curiosi, ricco di sfaccettature ed arguzia, ulteriore prova positiva di uno sviluppatore da cui mi aspetto altri ottimi titoli indie, uno sviluppatore che va supportato e seguito per il potenziale ed i risultati sinora ottenuti. Giudizio finale: SI
  9. Io ho votato si con qualche dubbio. Tendenzialmente sono aperto e tollerante, non bigotto, tuttavia il dubbio che possa essere “difficile” da gestire c’è
  10. AstroMaSSi

    A cosa state giocando?

    È l’impressione che ha dato anche a me, perciò non l’ho ancora acquistato.
  11. Non molto più difficile ma un po’ più difficile. Nota: molti recensori hanno lodato la colonna sonora del gioco, io non ne parlo nella recensione snack visto che l’ho giocato col sonoro spento o molto basso (causa moglie insofferente). Poi non ho ancora trovato un gamer che compra un gioco per il sonoro (a meno non si tratti di un gioco musicale o ritmico)
  12. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: HOTLINE MIAMI 2 (SWITCH) Input pro: Sempre ultra violenza, sempre follia, stavolta con una trama un po’ piú interessante Livello di difficoltà più alto del primo Diverte però con qualche punto frustrante Input prot: Condivide col primo qualche limite nella struttura del gioco, integrato e migliorato con una maggiore variabilità L’intelligenza dei nemici simile a quella di un facocero con gravi handicap. Sistema di controllo Commento finale: Hotline Miami 2 è la prosecuzione, il secondo capitolo di un titolo iconico di Devolver Digital, quindi condivide con il primo capitolo la crudezza dei personaggi e delle situazioni sempre fuori dalla norma ed eccessive, un gameplay rapido e molto Arcade, la grafica 16-bit, ma con una lunghezza dell’avventura che sfiora le 20 ore, conseguenza della necessità di ripetere più volte i livelli o parte di essi per la facilità in cui si incapperà nella morte. Resta un ovvio richiamo a GTA, sia estetico che concettuale, ed anche qui la struttura del gioco prevede di affrontare vari livelli di gioco dall’estensione piuttosto limitata, divisi in capitoli come in una serie tv. Il sistema di controllo prevede l’uso del doppio stick e di vari tasti, compresi i dorsali, per le funzioni di attacco, interazione, cambio delle armi, ognuna delle quali ha caratteristiche proprie in termini di area di effetto e rumorosità: usare armi da fuoco resta anche nel secondo capitolo una scelta non sempre consigliabile visto che si attirano guardie: tuttavia emergerà quasi subito ed anche qui un limite elevato dell’intelligenza artificiale dei nemici: gli ammazzi un compare a 2 metri macellandolo come una pecora e non batte ciglio, mentre se ti avvicini alle spalle ti potrà vedere ed assaltare come se niente fosse, aspetto molto grezzo del gioco. Risolvere e superare i vari livelli richiede quindi di ricordare bene i pattern degli avversari, esplorare i livelli con tasto che permette di aumentare la visibilità, sperare che i colori osceni di qualche livello non ci confondano, lottare contro gli analogici. Rispetto al primo capitolo si è cercato di variare il gioco inserendo più personaggi e situazioni, ognuno caratterizzato da uno stile, in alcuni casi non integrabile con le armi che si trovano nei vari livelli uccidendo gli avversari, con qualche possibilità di personalizzazione a inizio livello. Alla fine di ogni livello, a seconda di come ci si è comportati, avremo una valutazione del giocatore, un voto, che riflette la velocità del giocatore, le combo effettuate etc. La storia è più complessa rispetto al primo titolo, per certi versi si eleva dal livello di spazzatura per cercare di avere un po’ più di senso nella sostanziale follia, resta però più che altro sovrastruttura per legare le varie scene ma da questo punto di vista un passo avanti è stato fatto. Complessivamente il titolo è un po’ più divertente del primo avendo una maggior varietà e lunghezza, resta comunque, a mio avviso, non pienamente riuscito, per gli stessi motivi che penalizzano il primo. È comunque piacevole da giocare ed i miglioramenti che ho notato lo rendono degno di essere provato e giocato, soprattutto se lo trovate in offerta. Potrebbe comunque non piacere a tutti, e non piacerà a tutti. Giudizio finale: SI
  13. Ci sono delle differenze che andrebbero effettivamente codificate. Per esempio potrebbe essere una roba del genere: 1) Il topic “backlog”, questo, un thread con la sola lista dei titoli e DLC finiti per qualsiasi piattaforma nel 2021. 2) Il diario del videogiocatore un contenitore dove gli utenti postano pareri, storie, richieste e quant’altro sui titoli che stanno giocando (ivi comprese recensioni o altro) 3) Il NON ANGOLO, un thread che contiene recensioni snack (cioè brevi e senza spoiler) principalmente di videogiochi ma anche altro, più o meno legato ai VG (ci sono anche recensioni di mele perché spesso le sgranocchio mentre gioco), tutte poi collegate e ordinate nell’OP, principalmente popolato da me ma aperto ai contributi di tutti. Nel NON ANGOLO c’è spazio anche per cazzate, follie e contenuti borderline, come interviste a personaggi famosi e altro. I contenuti del NON ANGOLO al momento vengono anche trasposti sul blog come avete potuto vedere. Nei prossimi giorni posterò sul non angolo anche alcuni esempi di “follie” o contenuti borderline.
  14. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: VIOLET EVERGARDEN (SERIE ANIME) Input pro: - Profondo, intenso, emozionante, personaggi splendidi - Qualità dei disegni eccezionale - Non ci sono cali qualitativi nè nei 13 episodi principali nè nei film che completano la serie Input prot: - A chi piace solo la filmografia di azione e l'ultraviolenza non piacerà Commento finale: Violet Evergarden nasce da una serie di light novel, scritta da Kana Akatsuki e illustrata da Akiko Takase. Pubblicata da Kyoto Animation, si sviluppa anche in una serie televisiva anime dal 2018 in poi, con 13 puntate che formano la serie principale, un OAV, un film spin-off ed un film che conclude la serie uscito in Giappone nel settembre del 2020. Violet Evergarden è eccezionale in tutto, tutto. Nalla qualità del disegno, fuori parametro sia nella defizione dei personaggi che negli sfondi. Nella caratterizzazione dei personaggi, deliziosa e ben calibrata, senza eccedere nelle bizzarrie se non in aspetti assolutamente secondari. Nella profondità della trama e nel senso di ognuna delle 13 splendide puntate, dell'OAV, dei film, tutte bellissime, tutte cesellate e senza punti di debolezza. Tanti particolari rendono la serie meravigliosa, dai riferimenti all'Inghilterra Vittoriana, alla grande guerra, ai nomi dei personaggi ispirati dai fiori e dalle piante, altro riferimento alla cultura dell'800, dove grande importanza veniva dato ai significati delle piante (anche nella cultura francese questo era presente, come si legge anche nei nomi di alcuni personaggi. E dietro tutto e assime a tutto la delicatezza dell'idea delle bambole di scrittura automatiche, nelle cui schiere si aggiungerà Violet: le bambole sono infatti delle professioniste che scrivono lettere per committenti incapaci di esprimere pienamente quello che hanno dentro, sia per carenze culturali che per schermi mentali che impediscono loro di esprimersi pienamente, sono donne che cercano di capire il non detto (che spesso è più importante di quello che viene espresso ad alta voce), usare l'empatia e liberare i sentimenti, come fossero delle psicoterapeute che con il loro lavoro curano i traumi di chi soffre. Violet Evergarden, pesantemente focalizzato sulla figura della protagonista, quindi una storia di crescita, di cura dal dolore, di superamento dei traumi portati da una vita drammaticamente influenzata da un conflitto che ha lasciato pesanti strascichi in due nazioni, dopo una guerra di quattro anni, ed è una storia di ricerca, di se stessi, del significato della vita, del valore dei sentimenti e di quello che ci lega ad altri, di riscatto. Violet Evergarden è eccezionale, se avete Netflix fatevi un favore e guardatelo, anche se non siete appassionati di questo genere di storie meno di azione e più di concetto: è un capolavoro. Giudizio finale: ASSOLUTAMENTE SI
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