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AstroMaSSi

Survivor
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  1. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: THE TOURYST SWITCH) Input pro: Graficamente molto carino Varietà e ricchezza di idee Lunghezza adeguata, prezzo giusto Input prot: Segnalo una certa semplicità di base, mentre in qualche frangente platform la difficoltà ad essere precisi per una telecamera ed una impostazione isometrica che rendono arduo calcolare dove finisce un salto creando frustrazione. Anche qualche enigma ambientale potrà risultare arduo. Commento finale: Ancora una volta Shin’en è capace di sorprendere. Con un team e risorse limitate tira fuori un progetto ed un prodotto che, senza dover assurgere al capolavoro, riesce a centrare gli obiettivi: è vario, giocabile, graficamente ben fatto e solido, divertente. Il gioco è una sorta di action adventure con grafica isometrica, che a partire dall’aspetto sino al Gameplay ed al “gusto” generale sa essere moderno ma vintage, facendo ritornare la mente ai magici tempi dell’Amiga 500 ed in generale ad un’epoca dove si aveva la possibilità di sperimentare e creare qualcosa di originale. Il gioco, partendo da una base esplorativa ed avventurosa, dove occorre interagire con gli elementi ambientali per sbloccare livelli e accumulare nuovi oggetti, inserisce fasi platform e arcade in maniera ben strutturata. C’è una sala giochi dove poter attivare tre cabinati ispirati a giochi del passato più o meno recente, che dovremo “domare” per ottenere un premio, una missione che fa il verso ad uno dei giochi di California Games e tante altre piccole cose che non si possono ignorare nel valutare il gioco. Gli enigmi in generale sono abbordabili, le fasi platform gradevoli (a parte 1/2 livelli alla fine del gioco dove la telecamera e la visione isometrica rendono arduo il completamento del livello stesso). Per il resto si viaggerà tra piccole isole grazie ad un marinaio scafista, si correrà, salterà, si risolveranno enigmi (alcuni anche difficili da decodificare), scopriranno segreti... una discreta figata. Complessivamente il titolo è consigliabile perché bello e godibile, originale e ben fatto. Non un capolavoro ma... avercene di giochi così, boccate d’aria. Giudizio finale: SI
  2. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: KOTODAMA: THE 7 MYSTERIES OF FUJISAWA (SWITCH) Input pro: Storia intrigante e malata Atmosfera e personaggi a volte estremi ma interessanti Divertenti le sessioni puzzle con profusione di biancheria intima Buona durata e interesse alto sino alla fine Input prot: È fondamentalmente una Visual novel (anche se ha molto carattere) quindi potrebbe non piacere a tutti Commento finale: Kotodama: The 7 Mysteries Of Fujisawa è un titolo che ho preso spinto principalmente dal basso prezzo e poche aspettative, visto che le recensioni che avevo letto lo dipingevano come titolo piuttosto mediocre. Errore severo. Il gioco, una sorta di Visual Novel a bivi, è invece molto interessante sotto vari punti di vista: si narra di un giovane che entra in un nuovo collegio e che viene assistito/protetto/consigliato da un demone nelle mentite spoglie di una specie di gatto, visibile solo a lui. Inizialmente la storia sembra giocosa e bizzarra, presto il tutto prenderà delle venature sempre più inquietanti e malate, immergendoci in un gorgo apparentemente senza uscita. Peculiare è anche l’utilizzo dei puzzle alla “Columns”, dove dovremo realizzare combinazioni e combo per spogliare i vari personaggi e rompere il loro equilibrio per strappargli le confessioni. Incontreremo un altro demone misterioso nel gioco, demone che, per motivi ignoti, ci porterà a dover ripartire più volte dall’inizio del gioco per scoprire altre vie e misteri, sino ad un finale in parte inatteso. I bivi sono legati alle risposte dei personaggi, alle scelte fatte, e ad alcune azioni che se non fatte impediranno di sbloccare delle scene. Complessivamente quindi il mio giudizio non può che essere positivo, mi sono divertito a giocarlo, sia nelle fasi puzzle che nel rincorrere la storia, con unico punto negativo la necessità di ripetere troppe volte alcune scene prima di poterlo completare con la scoperta del vero finale. Se vi piace il genere buttateci un occhio! Giudizio finale: SI
  3. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: MARIO KART TOUR (IPHONE) Input pro: Sempre divertente nonostante le semplificazioni Giocabile anche senza spendere un euro In arrivo il multiplayer! Ogni 15 giorni ci sono novità in termini di piste e personaggi, con piste originali. Input prot: Per essere competitivi occorre avere l’abbonamento Gold Alcuni potrebbero non gradire la semplificazione dei comandi necessaria per poterlo giocare su una piattaforma mobile Commento finale: Portare Mario Kart su cellulare senza fare danni non è un’operazione banale. Ma Nintendo ci riesce senza concedere troppo alla natura casual di queste piattaforme. Il gioco prevede un modello di gioco basato sulle stagioni, che si rinnovano ogni due settimane. In ogni stagione ci sono particolari piste a disposizione, in parte riciclate dai giochi main della serie ed in piccola parte originali (abbiamo avuto per esempio New York, Londra, Parigi), che si presentano in mini trofei da 4 competizioni cadauna, di cui tre piste ed una sfida speciale (planare per più metri possibile, schiacciare dei mini piloti, raccogliere miriadi di cubi e tanto altro). Ogni gara permette di raccogliere monete e punti esperienza, con i quali acquistare potenziamenti e livelli per i propri personaggi. Il gioco infatti prevede la possibilità di selezionare un pilota, un kart ed un’ala per planare, che sono caratterizzati da un livello di esperienza e da un punteggio. Al crescere di questi valori e livelli si potranno ottenere punteggi maggiori e conquistare le stelle disponibili per ogni pista, stelle che sbloccano dei premi, ovvero biglietti utili per aumentare il livello dei mezzi od altri piloti e mezzi. Questo è un aspetto fondamentale del gioco, dato che senza piloti di alto livello non si possono raggiungere punteggi alti e quindi primeggiare nei tornei a punti online, due per ogni stagione, con durata settimanale. Vincere questi tornei porta in premio monete, gemme, ed altro. Le gemme possono essere utilizzate per accedere a delle lotterie che consentono di vincere piloti, mezzi etc, quindi sono anch’esse particolarmente importanti per potenziare i personaggi. In sostanza appare evidente che un forte focus del gioco è sulla crescita dei personaggi, fondamentale per poter essere competitivi online, conseguentemente la componente “pay to win” non è indifferente, quantomeno per quanto riguarda l’abbonamento mensile “Gold”, al costo di 5,49€, senza il quale non si possono riscattare alcuni premi che consentono di acquisire nuove risorse e far crescere di livello i propri personaggi. Questo è un aspetto importante da tenere in considerazione, nonostante il gioco resti godibilissimo anche senza abbonamento. A livello di gameplay il gioco permette di controllare il kart con un singolo dito, utilizzando se si vuole la derapata (necessaria per ottenere le accelerazioni e sviluppare combo), e di attivare le armi (gusci, inchiostro ed il classico armamentario della serie) con un colpo secco delle dita. La possibilità di raccogliere armi è influenzata dal personaggio e dalla pista, infatti ogni pista è più o meno gradita dai vari piloti, solo alcuni di essi possono disporre di 3 armi quando si raccoglie un cubo speciale e quindi avere la possibilità di attivare la modalità “frenesia”, caratterizzata dall’invulnerabilità e dall possibilità di usare a ripetizione l’arma che caratterizza lo stato di frenesia (se vi capiterà un tris di pallottolo Bill... gli avversari se ne accorgeranno). Complessivamente ci troviamo quindi di fronte ad un titolo riuscitissimo e divertente, che riesce a portare su smartphone tutte le buone qualità della serie; di contro c’è la questione del loot e del pay to win, e qui si potrebbero aprire discussioni eterne. Comunque ogni giocatore potrà decidere se valga o meno la pena abbonarsi. Giudizio finale: SI
  4. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: RED BOW (SWITCH) Input pro: Inquietante Non annoia Enigmi ben strutturati Input prot: Troppo breve Alcune ingenuità nella struttura Graficamente e stilisticamente molto negli standard del genere Commento finale: Ratalaika Games è un piccolo publisher che propone indie games piuttosto semplici su varie piattaforme, tra cui Nintendo Switch. I giochi sono semplici, piccoli platform, alcune avventure horror, con un prezzo generalmente basso. Red Bow fa parte della famiglia delle avventure horror, con uno stile e stilemi di base molto nipponici sebbene la SH sia Australiana. Chi avesse giocato My Big Sister ritroverà in questo titolo molti aspetti ed atmosfere già visti ma in una struttura piuttosto compatta e breve. Si parla di un gioco che dura circa due ore. Il gioco è una piccola avventura grafica, dove si comanda una ragazzina che si sveglia nella notte e precipita in una serie di incubi, tre per la precisione, da cui dovrà fuggire per tornare alla realtà. Le tre storie sono legate a morti drammatiche, e la bimba dovrà aiutare le anime perse a liberarsi dal peso delle proprie azioni passate, ed il modo in cui la bimba risolverà gli enigmi potrà dare luogo a vari finali, di cui uno solo “giusto”. Il gioco è discreto è tutto sommato piacevole, ma troppo abbozzato e breve per essere davvero riuscito. Considerando il costo gli si può dare una chance, consapevoli di essere di fronte ad una prova immatura e complessivamente inferiore a My Big Sister. Giudizio finale: MANEGGIARE CON CURA
  5. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: VA-11 HALL-A (SWITCH) Input pro: Storia intrigante con personaggi ben sviluppati Atmosfera Cyberpunk ben miscelata con il gioco Buona durata e interesse alto sino alla fine Input prot: Di base è una Visual novel quindi potrebbe non piacere a tutti L’estetica 16-bit è ben fatta e stiloso, ma anche qui esclude una fetta di pubblico L’eredità di Red String Club è evidente ma non raggiunge il suo livello di assoluta grandezza Commento finale: The Red String Club non è passato senza lasciar traccia. Il capolavoro assoluto di Deconstructeam lascia delle scorie in rete, tematiche cyberpunk, estetica, androidi, questioni morali, bar malfamati. Tanti anni dopo l’esplosione di P.Dick, Blade Runner, Neuromante, indimenticati capolavori estetici e concettuali. Da questo rumore nasce una visual novel ibridata con un simulatore di cocktail bar, che fonda la sua solidità su una storia ricca di personaggi ben sviluppato e carismatici, nonostante qualche eccesso che sfocia nell parodia, dove la funzione del servire cocktail è quella di far avanzare la storia e di sbloccare parti della storia altrimenti inaccessibili con una giusta interpretazione delle richieste dei clienti, che in alcuni casi richiedono spirito di osservazione e acume per scegliere il giusto cocktail da servire. Ne viene fuori una storia intrigante e piacevole, che richiede una buona conoscenza dell’inglese per essere pienamente apprezzata, ricca anche di tematiche adulte (pornografia, rapporti omosessuali, prostituzione), affrontate con naturalezza e senza volgarità eccessive. È un titolo che ho apprezzato, che mi ha divertito ed intrigato, senza dover gridare al capolavoro, che non è, ma che ha basi solide e ben sviluppate. Non è un titolo adatto a tutti, richiede attitudine a titoli riflessivi (non è comunque pesante), alle Visual novel. Ma se questo è un genere che apprezzate, e conoscete l’inglese (altrimenti lasciate perdere) può essere una buona scelta. Giudizio finale: SI
  6. Infatti ho preferito, e di gran lunga, Let’s Go.
  7. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: POKEMON SCUDO (SWITCH) Input pro: È Pokemon, anche dopo tanti anni il meccanismo funziona I giocatori competitivi e completisti avranno molto da giocare Input prot: Non c’è una reale evoluzione nella formula di gioco, è tutto già visto, un more of the same La storia è risibile, ho preferito il remake dello scorso anno! Commento finale: Altro giro altra console, altri Pokemon da acchiappare. Il passaggio su Switch da a Game Freak la potenza di cui necessitano per portare Pokemon in un vero mondo 3D, ma questa possibilità non viene realmente sfruttata se non con qualche miglioria estetica di poco impatto. La cosa che più colpisce è come il gioco non evolva verso una maggiore complessità, verso una maturità che continua a non avere, anzi, sotto certi punti di vista i primi titoli erano più avanti, il che è tutto detto. I meccanismi sono sempre gli stessi, si avanza nei vari territori per catturare nuovi mostri e potenziare il proprio team, per poter sfidare i capi palestra e giungere alla fine del gioco. Si catturano Pokemon, si fanno evolvere, si completa il pokedex. Le aree Safari sono sostituite da aree selvatiche dove catturare tanti mostriciattoli, con qualche piccola novità come la modalità Dynamax (vi è la possibilità in determinati momenti e luoghi di far ingrandire i Pokemon sboccando mosse speciali), la raccolta di punti energetici etc, niente che però possa davvero cambiare la sostanza del gioco, che rimane sempre uguale a se stessa. Catturare i Pokemon resta sempre divertente per un po’ di tempo, poi la noia prende il sopravvento e cerchi di finire il gioco visto che non c’è un vero motivo per girovagare se non la compulsione per il completamento del bestiario. In sostanza questo titolo piacerà ai fan della serie, ma dal punto di vista di un non fan ha troppi limiti per poter essere serenamente consigliato. Giudizio finale: MANEGGIARE CON CURA
  8. Ovvio, mio cuggino è grande di nasca.
  9. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: ULTIMATE RACING 2D (SWITCH) Input pro: Trasuda vintage come un tennista al sole vestito Lacoste bianco con Rolex Daytona al polso senza cocaina in tasca È ricco di contenuti e variabili Ti da quel feeling che solo i migliori esponenti del genere posseggono Input prot: Mio cuggino mi ha detto che non ha il graficone 3D quindi è cacca. Commento finale: Passo giorni e giorni a spolpare la modalità eventi, completare le modalità in singolo, prendere stelle, imparare i percorsi, stupirmi di ritrovare tutte le piste più mitiche dei campionati (Monza, Spa, Le Mans sino a quelle contemporanee), corro con moto, kart, F1, Nascar, trattori, auto degli anni ‘50, con pioggia e sole, con drifting e senza, con pneumatici che si consumano oppure no, godo come un porco a ritrovare, finalmente, un arcade di guida 2D che funzioni e non sia rotto in qualche elemento. Poi leggo il metacritic per curiosità. E mi incazzo. Leggo le recensioni che l’hanno generato. E mi incazzo. Perché sono lo specchio di una generazione di mitomani con la cultura videoludica di un fenicottero di plastica marchiato Ferragnez. Confondono la filosofia arcade con la simulazione, il gameplay con una serie di mosse scriptate, il gioco con un film dove fai avanzare le scene premendo un pulsante e mettendo in pausa per andare a defecare. Perché, credetemi, Ultimate Racing 2D è davvero bello e divertente, soprattutto se avete amato il genere in oggetto ai tempi delle sale giochi. Ultimate Racing 2D infatti è ricco di sfide e di circuiti, di campionati da conquistare e mezzi da acquistare, nel limite di quello che vuole essere ed è. Un gioco dall’anima arcade ma con tante personalizzazioni. Potete scegliere il livello di stronzaggine degli avversari, incrementando o diminuendo il livello di difficoltà, utilizzare mezzi più o meno competitivi, avere la possibilità di utilizzare un booster o meno, che piova in gara o no (costringendovi all’entrata nel box), attivare il consumo gomme e scegliere che gomme usare, selezionare il numero di giri... insomma, ci sono davvero molte opzioni. Nella modalità eventi incrementando il livello di difficoltà si guadagneranno più stelle se raggiungeremo il target del campionato (in genere un determinato posto nella classifica finale). Inoltre si potrà stabilire la griglia di partenza effettuando le prove, oppure scegliere di partire ultimi. I comandi sono semplici, sterzo e pulsanti per accelerare e frenare, il modello di guida dipenderà dal mezzo, dalla categoria, dall’usura delle gomme e dallo stato della pista (asciutta o bagnata), con un ventaglio che va dai binari alla saponetta mescolata all’olio. Che gioco è in definitiva? Un grande arcade di guida, con efficaci elementi pseudosimulativi che arricchiscono il gioco. E soprattutto è un gioco che non cancellerò mai dalla memoria della mia console perché di arcade retro così non se ne trovano tanti. Giudizio finale: SI
  10. LE RECENSIONI SNACK DEL NON ANGOLO: 198X (SWITCH) Input pro: Il tributo agli arcade è gradito Idea abbastanza originale Input prot: Finisce rapidamente L’idea non è sviluppata Troppo facile Costa troppo per i contenuti che fornisce Commento finale: Se questo titolo fosse una demo sarebbe interessante. Proporre una storia di crescita inserendo degli arcade ispirati ai grandi classici dell’epoca d’oro delle sale giochi resta un idea interessante. Il gioco infatti propone dei “cloni” di Outrun, Final Fight, R-Type, Ninja Gaiden, Dungeon Master (in maniera piuttosto semplificata) nei quali occorre superare qualche livello per far avanzare la storia. Purtroppo lo fa in maniera grossolana, con livelli non sfidanti ed inseriti in modo gratuito nel gioco. In poco tempo (più o meno due ore) arriverete alla fine, senza la possibilità di approfondire i singoli giochi, senza aver provato una qualche variabile di gioco minimamente originale, senza il desiderio di un nuovo capitolo della storia come il gioco pare promettere. Un’esperienza vuota ed inutile, un gioco che non eccelle se non in mediocrità. Se vi interessano gli arcade prendete un emulatore e vi divertirete molto di più, qui siamo dalle parti del fallimento. Giudizio finale: NO
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