Non prenderei Palworld come esempio di mercato o come qualcosa da inseguire, sono casi rarissimi anche dalla difficile disamina, in questo caso alimentato anche dalla polemica (cosa che su internet è benzina) e dall’accostamento a un brand da 22 milioni di copie con l’ultimo gioco come pokemon
Va bene il discorso del “non devono per forza essere qualitativamente eccelsi” per funzionare, ma da qui ad esaltare la mediocrità o il non rifinito o l’incompleto è un attimo ed è un messaggio pericoloso da far arrivare ai publisher visto che sono giochi che l’utente comunque deve comprare non di F2P