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Gaming for a non gamer


Ergozigoto

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Volevo condividere questo video che offre uno spunto interessante sul linguaggio dei videogiochi, che per noi ormai è nel dna ma per uno che non ha mai giocato può essere molto poco intuitivo. 
 

Inoltre mi ha fatto riflettere su come è stato il mio esordio con i VG e penso che semplicemente avendo iniziato dalla preistoria ho dovuto sbatterci la testa mille volte ma che non lo vivevo come un problema ed era anzi appagante. 

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Io per motivi di studio in passato e per lavoro successivamente ho studiato per tanti anni le interazioni tra uomo e macchina

questo va a toccare anche come viene costruito un sistema operativo o una qualsiasi interfaccia, e tante cose oggi vengono date per scontate da chi le utilizza da una vita, anche banalmente nei telefoni che usiamo tutti i giorni

Ma sono ancora tantissime le problematiche di chi si approccia per la prima volta a un’interfaccia che non conosce, anche se ampiamente rodata su milioni di persone  

Se qualcuno di voi ha mai dovuto insegnare a un genitore avanti con gli anni o ai nonni come utilizzare un telefono anche solo per rispondere a un messaggio sa di cosa parlo 

e le cose sono migliorate tanto secondo me, abbiamo iniziato a utilizzare linee guida comuni a tutti nelle applicazioni mobile ad esempio, Apple sopratutto ne ha sempre fatta una battaglia

nel videogioco stesso spesso si utilizzano pulsanti simili per alcune funzioni come sparare e saltare 

idem per i riferimenti visivi che ti fanno capire dove puoi arrampicarti ( bordi colorati, consumati ecc) 

sono tutte cose che abbiamo imparato con gli anni e che si sono evolute insieme a noi, ma che ovviamente per chi entra in questo mondo solo oggi, vista la complessità raggiunta dal media e di alcuni generi, la mole di informazioni da interiorizzare può essere soverchiante

e si cerca così di leggere il mondo di gioco non con le sue regole ma con quelle del mondo reale, che è l’unico riferimento conosciuto che hanno, che però ovviamente spesso non funzionano 

il videogioco occidentale sta cercando di rendere sempre meno complessa la fruizione cercando linee guida comuni e specialmente le grosse produzioni tendono a guidare per mano davvero tanto l’utente, con tutorial attivi e piccole informazioni date man mano 

i giapponesi invece sono spesso disastrosi in tal senso, vediamo ancora tutorial chilometrici da leggere con decine di informazioni che probabilmente dimenticherai dopo 10 minuti, menu confusionari e con 100 diramazioni 

per quanto segni di miglioramento stanno cercando di averli anche loro, se qualcuno trova complesso comprendere un monster hunter oggi, provasse con uno di quelli vecchi per fare un esempio 

gli indie sono quelli che secondo me si impegnano meno in tal senso, vuoi anche per inesperienza o perché pensano da videogiocatori e danno per scontate tante cose 

 

 

Modificato da Calavera
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L'argomento mi interessa moltissimo, sia da genitore di un bambino che si approccia al mondo dei videogiochi, sia da partner di una persona che gli unici giochi "seri" che ha finito e apprezzato moltissimo sono gli Zelda per Nintendo DS.

Il primo punto del video solleva un problema che raramente prendiamo in considerazione: il controller. Il pad oggi è una barriera quasi insormontabile per chi, da adulto non videogiocatore, vuole approcciarsi ai videogiochi. Noi vecchietti ci siamo arrivati gradualmente, magari partendo da pad a 2 tasti, ma oggi sono complicatissimi, tant'è che pure io che gioco da una vita mi confondo tra pad Nintendo e Xbox che hanno A/B e X/Y invertiti.

E qui, tra le altre cose, si crea quel cortocircuito delle prime ore di qualsiasi AAA: sono iper tediose per qualsiasi giocatore e allo stesso tempo sono un sovraccarico di informazioni insostenibile per chi si approccia per la prima volta.

Poi c'è il discorso della frustrazione, che per esempio mi tiene lontano da roba come i Souls (il correttore l'aveva cambiato in Soldi e il correttore diceva una grande verità), perché non la trovo divertente. Però un Celeste io lo finisco a occhi chiusi e con lo stick che drifta, probabilmente è tutto legato alla grammatica che conosciamo meglio. Vai a capire. 

 

Se uno ci si mette a pensare, è veramente difficile creare un gioco davvero accessibile. E poi ci sarebbero talmente tante cose da dire e su cui riflettere. Comunque bel video e begli spunti di riflessione.

 

 

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  • Amministratore

Ho visto il primo video.

Mi ero fatto la stessa idea. E' capitato diverse volte che cercassi di coinvolgere i miei nel mondo dei videogiochi e le difficoltà riscontrate andavano sempre dal numero incredibile di comandi (che per noi sembrano pochi, per loro sono troppi) da premere anche contemporaneamente o in sequenza - la levetta analogica che regola la telecamera nei giochi 3D è il nemico numero 1 - dovendoli anche ricordare, oltre alla mancata capacità di leggere il level design dei giochi.

Al contrario, ho un fratello molto piccolo che ha cominciato a giocare pochi anni fa e riesce a giocare senza problemi, avendo un tipo di intuito (anche quando gli capita di usare un tablet) che è diverso, più votato all'apprendimento.

Penso che ci sia poco da fare. Ad una certa età apprendere diventa sempre più difficile e non c'è modo di abituare adulti "non-gamer" al videogioco, se non con giochi estremamente semplici e basilari. Son contento però che sempre più titoli abbiamo impostazioni di accessibilità migliorati. Chissà se un giorno riusciranno a far muovere in automatico anche la telecamera, facendo sì che accompagni il giocatore nel miglior modo possibile.

La cosa paradossale è che i giochi più difficili da apprendere sono proprio quei giochi sviluppati per la massa, come i giochi PlayStation (Uncharted, The Last of Us, God of War, Horizon, etc).

Comunque anche a me è capitata più volte la domanda "come mai in questo gioco non posso fare quello che ho fatto nell'altro gioco". Impossibile rispondere. :asd:

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L'inglese per me è un ostacolo, ma dai vostri commenti e dal titolo del video mi pare di aver capito che questi video affrontano l'argomento di chi si approccia al videogame per la prima volta, giusto? In tal caso, concordo sul fatto che l'argomento sia interessante.

I giochi moderni, a livello di difficoltà sono probabilmente più abbordabili di quelli di un tempo, ma paradossalmente avendo dei gameplay più ricchi potrebbe essere difficile per chi si approccia per la prima volta. Concordo anche su questo.

Un Crash Bandicoot o un Resident Evil per psone cosa dovevi fare. Nel primo solo correre, saltare e fare la giravolta per attaccare, mentre nell'altro solo correre, mirare e sparare. Parlo delle basi, eh.

I giochi moderni invece sono molto più complessi e probabilmente anche noi quando interrompiamo un gioco per un po, facciamo fatica a riapprocciarci quando lo riprendiamo.

 

Una cosa che mi è capitata di pensare in passato, sono i giochi di calcio moderni e al quanto siano complessi. Millemila tipi di passaggi bassi, altrettanti per cross e tiri. Ogni anno poi aggiungono nuove meccaniche... Come fa chi comincia ora ad imparara tutto, o almeno l'essenziale?

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Che poi per un giocatore  più esperto il non essere guidato al contrario viene visto come un pregio quasi

uno dei motivi per cui i souls hanno toccato il cuore di molti, perché restituivano di nuovo quella sensazione di scoperta, sia delle meccaniche che di esplorazione della mappa, anche in chi aveva un bagaglio videoludico più importante ( per quanto ormai anche questi hanno esaurito il loro effetto, perché con l’esperienza il giocatore ha pienamente interiorizzato quelle regole e anzi le sfrutta a proprio favore )

stessa cosa Zelda BOTW, che permette di fare esperimenti e combinazioni anche solo per il gusto di farlo (che normalmente si traducono in un nulla di fatto in tanti giochi) eliminando l’uso di quei segnali visivi che ormai siamo abituati a vedere ovunque negli open world  e ci spine a guardare l’orizzonte per capire dove andare

Sta anche ai nuovi designer riuscire a stimolare i giocatori, e nascondere quelle che ormai sono diventate regole che spesso neanche ci si impegna a mascherare, ci sono ancora giochi che prima di un boss ti fanno entrare in arene giganti, dove la prima cosa che pensi è “ ecco là bossfight” 

da una parte come dice il ragazzo nel video sono felice di aver iniziato da piccolo e di avere oggi completa padronanza del mezzo

dall’altra un po’ invidio chi si approccia solo ora e può ancora stupirsi, sperimentare e perché no, anche a litigare con cose che io ormai ho pienamente interiorizzato 

Modificato da Calavera
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11 minuti fa, Balmung ha scritto:

Una cosa che mi è capitata di pensare in passato, sono i giochi di calcio moderni e al quanto siano complessi. Millemila tipi di passaggi bassi, altrettanti per cross e tiri. Ogni anno poi aggiungono nuove meccaniche... Come fa chi comincia ora ad imparara tutto, o almeno l'essenziale?

 

Me lo chiedo anch'io. Probabilmente ci gioca chi ha cominciato da piccolo e non ha mai smesso di giocarci. Io che ho smesso con PES 4 o 5 su PS2 (giochi con cui mi ci sono sfondato, soprattutto con gli amici) oggi faccio molta fatica a farmi piacere Fifa (che mi fa proprio cagare come gameplay) o a divertirmi con eFootball proprio perché, pur conoscendo le basi, è tutto troppo complicato e arzigogolato.

Sono diventato come mio padre, che si è sempre rifiutato di giocare a giochi di calcio successivi a World Cup Italia '90 per Master System :asd:.

La stessa cosa mi capita con i picchiaduro (per questo ho adorato ARMS, che era una specie di ritorno alle origini).

 

7 minuti fa, Calavera ha scritto:

uno dei motivi per cui i souls hanno toccato il cuore di molti, perché restituivano di nuovo quella sensazione di scoperta, sia delle meccaniche che di esplorazione della mappa, anche in chi aveva un bagaglio videoludico più importante 

stessa cosa Zelda BOTW, che permette di fare esperimenti e combinazioni anche solo per il gusto di farlo (che normalmente si traducono in un nulla di fatto in tanti giochi) eliminando l’uso di quei segnali visivi che ormai siamo abituati a vedere ovunque negli open world  e ci spingeva a guardare l’orizzonte per capire dove andare

Come dice nel video di BOTW, una delle caratteristiche del gioco che ha reso l'esperienza più godibile a sua moglie non giocatrice è il fatto che ti permette di fare la cosa giusta nel modo sbagliato, raggiungere l'obiettivo senza dover seguire lo script

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19 ore fa, Calavera ha scritto:

Ma sono ancora tantissime le problematiche di chi si approccia per la prima volta a un’interfaccia che non conosce, anche se ampiamente rodata su milioni di persone  

Se qualcuno di voi ha mai dovuto insegnare a un genitore avanti con gli anni o ai nonni come utilizzare un telefono anche solo per rispondere a un messaggio sa di cosa parlo 

Ho insegnato a mio padre e a mia madre ad utilizzare computer e smartphone. Un incubo. Considerate che hanno più di 70 anni ed entrambi non avevano mai toccato un computer. Mancano proprio di alcuni meccanismi mentali che le generazioni successive hanno assimilato di default (mio papà faceva fatica a fare doppio click con il mouse ad esempio, cosa che per una persona relativamente giovane è la norma). Per noi è facile, ma il concetto di finestra, ridurre a icona, scrollare la pagina di un sito per loro era arabo antico. Non è stato facile ma alla fine hanno imparato, non sono dei draghi, ma ora mi papà va su youtube e sui quotidiani in modo autonomo (non sembra una gran cosa, ma fidatevi lo è).

La sorpresa però è stata mia madre, mai toccato un videogioco (nessuno dei due), poi mi madre ha scoperto candy crush, ed è stato chiaro da chi ho preso. Mi ha fatto emozionare sentire che si vantava con le sue amiche di essere arrivata  a livello 190 e tutt'ora ogni giorno si sfonda su quel giochino.

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